Vicoforte
Vicoforte (Vi in piemontese) è un comune italiano situato nella provincia di Cuneo, in Piemonte, con una popolazione di 3.147 abitanti.
Si trova a circa 30 km a est di Cuneo, a un’altitudine di 598 m s.l.m.
Appartiene all’Unione Montana del Monte Regale e si trova nella zona sismica 3A (sismicità bassa).
Inserito nella zona climatica E, Vicoforte ha un fabbisogno termico di 2891 gradi giorno, consentendo l’accensione degli impianti di riscaldamento per quattordici ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
Originariamente chiamato Vico (dal latino Vicus, luogo abitato da popolazioni rurali), ha assunto l’attuale denominazione il 14 dicembre 1862, ufficializzata con regio decreto l’11 gennaio 1863.
Il termine “forte” è stato aggiunto a causa della presenza di una fortificazione fino al 1684.
Storia
Inizialmente abitata dai Liguri Bagienni, la zona fu conquistata dai Romani nel I secolo a.C., che integrarono la popolazione locale nella tribù Camilia.
Reperti di tombe romane, ora conservati nel museo civico di Cuneo, testimoniano questa presenza.
Del periodo altomedievale si sa poco, ma intorno all’anno mille, Vico è menzionata come parte del Comitato di Bredulo.
Nel diploma del 26 gennaio 1041 dell’imperatore Enrico III il Nero, è citata per la prima volta la pieve di San Pietro in Vico.
Nel 1118 la comunità di Vico ottenne la comproprietà delle boscaglie locali con il vescovo di Asti e nel 1210 redasse il suo primo codice di leggi scritte, le Consuetudini di Vico.
Nei primi decenni del XIII secolo, molte famiglie si trasferirono su un’altura vicina, formando la Villa Nova, poi chiamata Montis Regalis, l’attuale Mondovì.
Dopo il 1231, Vico fu ridotto a villaggio e amministrato dal distretto monregalese fino all’editto del 19 luglio 1698 di Vittorio Amedeo II di Savoia.
Nel XVI secolo, la devozione mariana portò alla costruzione del santuario, mentre nel secolo successivo, Vico partecipò alla guerra del sale, durante la quale la locale fortezza fu distrutta dai rivoltosi, causando deportazioni e cambiamenti amministrativi.
Nel 1722, Vico fu infeudato al conte Giuseppe Gerolamo Derossi di Usseglio, e nel 1748 fu acquistato dai Ferrero d’Ormea, che lo mantennero fino al 1796.
La sua posizione strategica attrasse l’interesse di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Italia, provocando rappresaglie e vandalismi.
Nel 1809, i francesi ospitarono papa Pio VII prigioniero.
Nel XX secolo, Vicoforte subì perdite durante la Resistenza e nel 1994 fu colpito da un’alluvione che causò una vittima.
Lo stemma
Lo stemma di Vicoforte, descritto come “di rosso, alla croce d’argento“, è ornato da una fronda di palma e un’aquila, con una corona marchionale.
Sebbene non ancora riconosciuto ufficialmente, lo stemma porta il motto latino “Viribus Ingenique Ciunt Utroque Superbos“, basato sui disegni storici del gonfalone comunale.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Vicoforte: il santuario con la più grande cupola ellittica del mondo
Vicoforte si trova ad un'altitudine di 598 metri ed è conosciuta soprattutto per la basilica Sanctuarium Regina Montis Regalis, costruita tra il 1596 e il 1733.
La basilica è diventata luogo di pellegrinaggio grazie alla leggenda che narra le sue origini.
Le origini della basilica
Secondo la leggenda infatti, alla fine del XV secolo, nel luogo dove si trova oggi la basilica c'era un semplice pilastro con un dipinto di Maria.
Nel 1592 un cacciatore sparò accidentalmente a questo quadro colpendo la Vergine, si dice che dal foro causato dal proiettile cominciò ad uscire sangue.
Naturalmente numerosi pellegrini si recarono sul posto, attratti da questa storia, e si dice che la stessa Vergine Maria sia apparsa ai primi pellegrini giunti sul posto.
Alla statua vennero attribuite guarigioni miracolose e la conversione di non credenti.
La notizia si diffuse rapidamente e in pochi anni arrivarono a Vicoforte pellegrini da tutta Europa: in alcuni giorni si giunse a contare più di 10.000 visitatori alla basilica.
Mosso da tale devozione, nel 1596 il vescovo di Mondovì pubblicò i 240 miracoli compiuti da Maria Santissima.
Ricevette anche l'approvazione da papa Clemente VIII per costruire un tempio intorno alla colonna originale di Maria.
Così nacque questa straordinaria basilica.
L'arma che utilizzò il cacciatore è ancora attualmente conservata nel museo e il colpo che sparò è visibile sotto forma di una macchia rotonda bianca sotto la mano sinistra della Vergine.
Caratteristiche stilistiche
Da un punto di vista strettamente architettonico, la basilica è molto interessante: vanta infatti la più grande cupola ellittica del mondo, che misura (in metri)circa 37 x 25,e 75 di altezza.
La cupola è decorata con 6032 metri quadri di dipinti che hanno come soggetto Maria Santissima.
In essi, sono rappresentate tre scuole italiane di pittura: quella Veneta, quella Bolognese e quella Milanese.
Ancora oggi il Santuario è uno dei centri mariani più ammirati e visitati della Penisola; tuttavia, non è soltant ola basilica ad impressionare il turista.
Edifici circostanti
Anche gli eleganti edifici che circondano il santuario hanno il loro fascino: questi ospitavano un tempo le stanze dove i molti pellegrini potevano riposarsi, ricevere cibo e, se necessario,anche le cure mediche.
Tali edifici sono stati splendidamente conservati, ciò conferisce all'insieme un fascino ammaliante.
Accanto al santuario c'è un bel prato in cui i bambini possono giocare e le famiglie dedicarsi a un sereno un pic-nic.
Food & Drinks
A Vicoforte c'è un ristorante molto speciale appena fuori dal santuario: La Tavola Del Chiostro: il locale si trova in un vecchio monastero, dettaglio che gli conferisce un’impareggiabile atmosfera.
Un'altra opzione speciale, sempre vicino alla basilica, è La Cioccolocanda che, come suggerisce il nome, il cioccolato è usato in tutte le portate.
Infine c'è Le Acque Gelateria, dove si possono comprare, appunto, golosi gelati per gustarli poi in un bel parco: un buon modo per riprendersi da tutta questa cultura...