Verduno

Verduno conserva in sé il fascino di un paese di altri tempi, allietato da una panoramica e incantevole posizione.

Il paese si raccoglie attorno al castello, adibito ad albergo-ristorante. La parrocchiale, in stile barocco, risente dell’influenza della scuola di Juvarra. Il luogo più bello del paese è la piazza erbosa, alla quale si accede, soltanto a piedi, da quella sottostante del castello.

Il Belvedere offre allo spettatore lo scenario delle Langhe, insieme al fascino di un luogo riposante e silenzioso.

La festa patronale dedicata alla Annunziata si celebra nella prima settimana di settembre.

Storia

Il suo nome, di origine celtica, significa “collina fiorita”, forse per questo fin dall’epoca romana fu insediamento romano, testimoniato dai ritrovamenti archeologici di are funerarie, monete e lapidi.

In epoca medioevale vi fu costruito un castello a scopo di difesa. Successivamente passò in dominio del Vescovo di Alba e nel 1631, con il trattato di Cherasco, divenne proprietà di casa Savoia.

Verduno com’era

In altura, fra il Tanaro e il Castiglione, a 4 chilometri da La Morra, con parrocchiale di San Michele. Congregazione di carità e Asilo infantile. L’antico castello che vi possedevano i feudatari fu acquistato da Carlo Alberto verso il 1847. Piante cedue e vini ottimi.
Cenni storici. — Credesi esistesse sin da’ bei tempi di Roma, ed invero ne’ suoi dintorni si rinvennero lapidi romane. Fu infeudato a varie famiglie: ai Cerruti di Alba, agli Scozia di Casale, ai Damiani d’Asti e ai Bachis di Racconigi. I Caissotti, signori di Santa Vittoria, l’ebbero con titolo marchionale.
Uomini illustri. — È patria del beato Sebastiano Valfrè, nato nel 1629, morto nel 1710 in età di quasi 81 anni, scrittore, caritatevole in sommo grado verso gli indigenti, principalmente durante il terribile assedio di Torino, caro a Vittorio Amedeo II e ai Torinesi in generale.
Coll. elett. Cuneo III (Alba) Dioc. Alba — P’ a Bra, T. a La Morra.

Gustovo Strofarello
Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1

Verduno e l'ispiratrice famiglia Burlotto

Verduno ha qualcosa di magico perché sembra incontaminata, fuori dal tempo.

Le case sono raccolte intorno al castello, che attualmente è un hotel con ristorante chiamato Real Castello.

Dal punto panoramico si può godere di una bella vista sulle Langhe, in un luogo meravigliosamente tranquillo e rilassante.

Il nome Verduno deriva dalla lingua celtica e significa "collina fiorita".

In origine questo era un villaggio romano; divenne una fortezza difensiva nel Medioevo e poi appartenne al vescovo di Alba; infine, con il trattato di Cherasco nel 1631, passò nelle mani dei Savoia.

Qui si trova anche l'albero più fotografato delle Langhe, il famoso cedro del Libano, risalente al 1856 e dominatore del paesaggio dalla cima della sua collina.

 

Food & Drinks

Personalmente, nonostante quanto già descritto, penso che una visita a Verduno non sia completa senza una visita al Real Castello.

Il castello risale al 1500.

Il re Carlo Alberto di Savoia lo acquistò e affidò la gestione della sua tenuta al famoso enologo e generale Carlo Staglieno.

Fu qui che avvenne la prima vinificazione dell'uva di Nebbiolo, ponendo così le basi per la nascita del Barolo

Nel 1909 la famiglia Burlotto lo acquistò dai Savoia e verso il 1953 lo trasformò parzialmente in un hotel.

Vennero poi restaurate anche le cantine per produrre i vini Barbera e Barolo.

Il castello è ancora di proprietà di questa famiglia e la madre, Elisa Burlotto, gestisce l'attività con grande visione e passione, insieme alle figlie Alessandra ed Elisabetta.

Non perdetevi questo posto.