Sale San Giovanni

Sale San Giovanni (Sale San Gioann in piemontese) è un comune italiano di 152 abitanti situato nella provincia di Cuneo, in Piemonte, a 9 km a est di Ceva.

Sale San Giovanni si trova in un territorio collinare, a un’altitudine di 615 m s.l.m.

È classificato nella zona sismica 4 (zona non a rischio sismico).

Il comune è stato inserito nella zona climatica F e ha un fabbisogno termico di 3078 gradi giorno. La normativa attuale non pone limiti all’accensione degli impianti di riscaldamento.

L’intero territorio dei due comuni di Sale delle Langhe e Sale San Giovanni era noto come Sale o Sale delle Langhe fino al 2 marzo 1948, quando le rivalità tra gli abitanti della frazione Bricco e quelli della Valle (l’attuale Sale delle Langhe) culminarono con il decreto che portò alla scissione e alla costituzione del comune di Sale San Giovanni.

Sull’origine del toponimo Sale esistono due ipotesi: la prima riporta al nome degli antichi abitatori della zona, i Salii, Sallui o Salluvi, mentre l’altra si riferisce a un antico vocabolo che indica grotta, stanza, sala o villaggio.

La seconda parte del nome è legata al culto di San Giovanni Battista, a cui fu dedicata la pieve costruita intorno all’anno 1000.

Storia

Il territorio di Sale sembra essere stato abitato già in epoca romana, come testimoniato dal ritrovamento di una lapide databile tra il I e il II secolo.

Verso l’anno 890, il territorio di Sale, come l’intera regione limitrofa, subì le incursioni saracene.

I primi documenti scritti risalgono agli anni intorno al 1000, dove Sale è citato negli atti di donazione di Ottone III a favore del vescovo Bernardo. Nello stesso periodo venne edificata la prima pieve di San Giovanni Battista e la cappella di Sant’Anastasia, oggi nota come cappella di Sant’Anna.

Intorno al 1135, il territorio di Sale entrò nei domini del Marchesato di Ceva, che concesse gli Statuti alla comunità nel 1330, con Guglielmo V.

Questi statuti vennero poi rivisti e confermati da Cossano Doria.

Nel 1380, la zona della pieve, detta Villa, divenne sede del capoluogo in quanto garantiva una migliore difesa.

Nel 1531, il territorio di Sale passò sotto i domini di Casa Savoia per volere dell’imperatore Carlo V.

Dal secolo di ferro ai giorni nostri

Nel 1601, il marchese Alberto di Ceva, fattosi cappuccino, donò il castello di Sale San Giovanni al Santuario di Vicoforte, che lo vendette a sua volta a Gerolamo Germonio nel 1605.

Passato nel 1684 alla famiglia Incisa-Germonio, restò in loro possesso fino al 1954, quando fu venduto all’ospizio di carità di Fossano.

Nel 1992 e nel 2003 vi sono stati gli ultimi due passaggi di proprietà.

Il 16 aprile 1796, Sale subì l’arrivo delle truppe napoleoniche con relativi saccheggi e soprusi.

A questa tragedia seguirono calamità atmosferiche che misero a dura prova gli abitanti della zona.

Riguardo alla popolazione locale, prevalentemente dedita all’agricoltura e marginalmente interessata dalle vicende dei signori locali, sono da sottolineare le tragiche pestilenze del XIV e XVII secolo (durante le quali vennero date alle fiamme tutte le abitazioni della zona della pieve nel tentativo di fermare il contagio) e l’ultima all’inizio del XX secolo.

Sale San Giovanni divenne comune autonomo solo nel 1948, quando si distaccò da Sale Langhe, di cui era frazione con il nome di Bricco.

Lo stemma e il gonfalone di Sale San Giovanni sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 marzo 2007.

Stemma

D’azzurro, alla montagna di due vette, di verde, uscente dai fianchi e fondata in punta, caricata dalla chiesa d’oro, vista di fianco, unita a sinistra al campanile dello stesso, chiesa e campanile coperti di rosso, essa chiesa finestrata di tre in fascia, di nero, il campanile di una, dello stesso, entrambi fondati in punta; il tutto accompagnato in capo da tre stelle di cinque raggi, d’oro, poste una, due. Ornamenti esteriori da Comune

Le montagne presenti nello stemma rappresentano la natura del territorio comunale, la chiesa è l’antica pieve di San Giovanni Battista che dà il nome al Comune.

Le tre stelle d’oro a cinque punte simboleggiano le tre famiglie marchionali che detenevano il potere sul territorio.

I campi di lavanda di Sale San Giovanni

Ho aspettato anni prima di trovarmi in Italia al momento giusto per vedere i campi di lavanda in fiore a Sale San Giovanni.

Mentre ho trovato i campi certamente bellissimi, sono rimasta ancor più impressionata dal viaggio che ho compiuto in macchina e dal bellissimo castello del paese; la vista dalla strada che porta alla cittadina ha davvero qualcosa di magico per me.

Ho amato poter ammirare i diversi colori delle colline che si perdevano in lontananza.

Il castello

Il castello di Sale San Giovanni apparteneva al marchese Incisa di Camerana, fu originariamente costruito nel XIII secolo e poi ricostruito nel XVI.

Oggi il castello è una residenza privata: l’impressionante interno, con il suo Salone degli Alerami decorato con dipinti e affreschi, rimane quindi nascosto ai turisti; la vendita del castello risale all'epoca dei Romani: questo si può leggere infatti su una targa commemorativa che racconta le origini del villaggio.

Le origini

Per molto tempo, Sale è stata composta da due frazioni, Sale Langhe (nella valle) e Sale San Giovanni (sulla collina, a 615 metri); nel 1948 i villaggi sono stati divisi, ma condividono ancora la stessa storia.

Ci sono due possibili spiegazioni sull’origine del nome Sale: la prima è quella che collega tale nome alla Via del Sale, che si estendeva dalla Liguria al Piemonte passando proprio per questi luoghi.

La seconda collega Sale alla parola sala (che significa grotta, stanza o villaggio), di etimologia lombarda.

Sale San Giovanni possiede inoltre una chiesa romanica con bellissimi affreschi che risalgono al 1200

Food & Drinks

Nonostante Sale San Giovanni sia un piccolissimo paesino, non significa che non si possa mangiare bene anche qui!  

Vi consiglio ad esempio di provare L'Osteria delle Erbe, che si trova accanto al castello ed è gestita da una famiglia locale.

Lo chef Rocco ama comprare tutto il suo cibo a livello locale e cerca di usare il più possibile prodotti di stagione; servono dei buoni vini e il limoncello fatto in casa.

A La Gamellona si mangia invece al fresco (cioè fuori), il che è particolarmente suggestivo quando il sole tramonta; servono una buona pizza e piatti semplici a prezzi molto ragionevoli.