Mondovì
Città di storia, d’arte e di studi, Mondovì è posta in posizione pittoresca, prossima alle Langhe e alle Alpi.
Ha un profilo dolce, con la parte alta, Piazza, raccolta su un colle tra mura medievali e ai piedi i rioni di Breo, Carassone, Piandellavalle.
Il Moro, diventato maschera della città, sulla chiesa dei Santi Pietro e Paolo batte le ore.
Da segnalare il Duomo, nella cui sacrestia si conservano i resti dell’antica cattedrale, le chiese della Missione, della Misericordia, di S. Francesco.
E ancora la piazza Maggiore, il Vescovado, sede di un’antica università, la casa natale di Giolitti, lo storico ghetto ebraico, i giardini del Belvedere, con la trecentesca torre dei Bressani.
Storia
Le prime notizie risalgono al 1198, quando gente di Vico, Vasco e Carassone per sottrarsi al potere feudale del vescovo di Asti si organizzò in comunità sul monte di Vico (da cui il nome Mondovì).
La reazione del vescovo di Asti fu immediata e il nuovo comune fu distrutto.
Si ricostituì dopo il 1231, ma dovette assoggettarsi agli Angiò, ai Visconti, ancora ad Asti, ai marchesi del Monferrato, agli Acaja e definitivamente (1418) ai Savoia.
Del 1388 l’istituzione della diocesi ed il titolo di città, occupata dai francesi nel 1537, ritornò sotto i Savoia nel 1559.
Emanuele Filiberto vi trasferì alcune facoltà universitarie di Torino e vi costruì la cittadella.
Il 21 aprile 1796 Napoleone Bonaparte combatté nella pianura circostante la battaglia decisiva per la conquista dei Piemonte.
Nell’Ottocento Mondovì partecipò con uomini e proposte politiche ai fermenti e alle guerre per l’indipendenza e l’unità d’Italia, così come contribuì poi valorosamente alla lotta di liberazione nel 1943-45.
Dalla seconda metà dell’Ottocento la città vide fiorire scuole e collegi, ampliò iniziative artigianali ed industriali, migliorò le comunicazioni ed estese di molto il suo abitato.
Mondovì: orologi, mongolfiere e teleferiche elettromeccaniche
Se da Clavesana ci si sposta più a ovest, si accede subito alle Langhe Monregalesi, ossia alla zona di Mondovì e di Vicoforte.
Trovandosi ai margini delle Langhe, questi posti così interessanti dal punto di vista della storia dell'arte potrebbero facilmente, ed erroneamente, venire trascurati.
Il Monregalese infatti è più pianeggiante, e man mano che ci si avvicina alle montagne diventa sempre più chiaro quanto queste siano alte ed impressionanti.
Mondovì si trova sulla collina del Monte Regale.
In piemontese si chiama Ël Mont ëd Vi, che significa La montagna di Vicoforte, questo perché Mondovì fece dapprima ufficialmente parte di Vicoforte.
Origini e luoghi di interesse
Fondata nel 1198 presso il fiume Ellero, intorno al 1600 Mondovì divenne la più grande città del Piemonte.
Qui il primo libro della regione fu stampato nel 1472 e l'Università piemontese fu ospitata dal 1560 al 1566.
La città ha vissuto due periodi di boom, il che ha portato alla formazione di un'altra delle tante cittadine divise in due parti: Piazza, sulla collina di 559 metri, e Breo più in basso sul fiume.
Piazza fu costruita intorno alla medievale piazza Maggiore ed è ricca di chiese ed architetture medievali.
Qui troverete il Parco del Tempo, un museo all'aperto sugli orologi, dalla meridiana all'orologio moderno.
Il moderno quartiere di Breo, invece, è situato a 395 metri di altitudine e nacque soltanto verso il 1800, quando commercianti e artigiani si stabilirono sulle rive del fiume Ellero: oggi è questo il cuore vivace della città.
Il sabato e il martedì mattina la vecchia piazza del mercato di Breo si riempie di agricoltori locali che vendono i loro prodotti.
Troverete quindi formaggi alpini artigianali (come il Raschera e il Castelmagno), burro crudo biologico e miele, frutta e verdura locale unica, porcini freschi, nocciole e castagne.
In autunno Mondovì ha anche il suo mercato del tartufo, ogni sabato e domenica mattina, dove si possono acquistare tartufi bianchi e neri del Monregalese.
La funivia e altre attrazioni
Ciò che è veramente interessante è che i due quartieri di Mondovì sono collegati da una funivia, la Funicolare di Mondovì, costruita nel 1886 ed originariamente alimentata a vapore.
Nel corso degli anni, questa si dimostrò essere una tecnologia inaffidabile e nel 2006 tale funicolare è stata completamente ridisegnata dal famoso designer automobilistico italiano Giorgetto Giugiaro, che ha progettato, tra le altre, auto leggendarie come la DeLorean DMC-12 e la prima Volkswagen Golf a partire dagli anni ’60, oltre ad una lista impressionante di Bugatti, Ferrari, Lamborghini eMaserati.
È dunque un’esperienza unica poter entrare nella sua funivia e vedere cosa ne ha fatto.
L'attuale funivia utilizza un sistema elettromeccanico e compie il tragitto di 445 metri, con un dislivello di 137 metri, in meno di 3 minuti.
Interessanti attrazioni di Mondovì sono inoltre la chiesa di San Francesco Saverio (1664-1678), con opere di Andrea Pozzo; la cattedrale di San Donato, progettata da Francesco Gallo; la cappella di Santa Croce, con un ciclo di affreschi gotici; la piazza Maggiore in stile gotico e le chiese di Santa Chiara e Misericordia.
Potete trovare la mappa della città presso l’ufficio turistico.
Food & Drinks
Per un assaggio della vera vita locale, prendete un tavolo nella terrazza della pasticceria-bar Comino, un'istituzione a Mondovì, rinomata da tempo per i suoi dolci.
Provate alcune delizie monregalesi come le paste di meliga (biscotti dolci fatti con farina di mais), le bignole (piccole paste di sfoglia con ripieno di crema alla nocciola, gianduia, pistacchio...), le risole (piccole paste di sfoglia ripiene di marmellata) e le cupete (nocciole, noci e miele tra due cialde sottili); sarà una festa per i vostri occhi e il vostro palato.
Mondovì è anche il posto giusto per una buona cena: per cominciare, ci sono due ristoranti raccomandati dalla Michelin, Marsupino a Briaglia, appena fuori Mondovì, e La Borsarella a Mondovì stessa.
Se volete fare un pasto in famiglia, La Dimora del Contadino è una buona scelta: qui troverete cibo autentico ad un prezzo ragionevole e anche un parco giochi per i bambini.
Per una vera pizza, si può andare senza pretese al sempre ottimo Quanta Passion.