Cherasco

Graziosa cittadina posta sull’altopiano che domina la confluenza tra il fiume Tanaro e la Stura, è attivo centro agricolo e commerciale, sede di laboratori artigianali per la lavorazione del legno e di apprezzate botteghe di restauro e antiquariato.

Offre molti reperti medioevali: la torre municipale, le chiese di S. Gregorio e S. Pietro, palazzo Brizio (1400).

La corte sabauda l’arricchì di numerose opere barocche: Palazzo Salmatoris è un classico esempio del periodo.

Oggi la città è dimora di personaggi importanti ed artisti ed è la capitale piemontese delle lumache.

Storia

L’atto della fondazione di Cherasco come fortezza a difesa di Alba è del 1243.

I bastioni, di cui rimane traccia, furono eretti e più volte abbattuti nel corso dei secoli.

Nel 1631 vi si concluse la pace, detta appunto “di Cherasco”, stipulata dai plenipotenziari di Francia, Austria, Spagna, Monferrato e Mantova.

Fu città fedelissima alla famiglia Savoia: nel 1706, durante l’assedio di Torino, fu rifugio per la corte e i magistrati torinesi.

Il 25 aprile 1796 il generale francese Massena occupò Cherasco: il 27, nella notte, Napoleone I dettò le norme incondizionate dell’armistizio con i Piemontesi.

Cherasco: Lumache e cioccolato

Cherasco è una delle mie città preferite: si trova su un piccolo altopiano, esattamente a ridosso della confluenza tra i fiumi Tanaro e Stura.

Un tempo dev’essere stata una cittadina che dominava un bellissimo panorama che attualmente invece  ha sofferto un po' a causa della costruzione dell'autostrada e di una zona industriale in pianura.

All'interno delle mura, invece, la città non ha perso nulla della sua bellezza e della sua atmosfera.

L'arte dei dettagli

Ciò che amo di Cherasco è l'incredibile attenzione ai dettagli che hanno i suoi abitanti: ogni maniglia di ogni porta e ogni grondaia di ogni casa sono più opere d'arte che oggetti d'uso: il risultato è così impressionante che osservare le case fa pensare al significato vero della bellezza.

Cherasco fu fondata nel XIII secolo su un vecchio insediamento romano, noto al tempo come Clerascum.

È murata da un bastione a forma di stella e all'interno delle mura il reticolo stradale è perpendicolare: tutte le strade sono ortogonali tra loro.

I monumenti

Le strade principali conducono agli archi di trionfo, che a loro volta danno accesso alla città: l'impressionante arco di trionfo bianco, l’Arco del Belvedere, fu costruito tra il 1647 e il 1688 come ringraziamento alla Vergine Maria per aver protetto Cherasco dalla peste del 1630.

La città è altresì ricca di architettura: vi si trovano infatti sette chiese imponenti e decine di palazzi ricchi di affreschi.

L'antica fortezza fu distrutta nel 1675 ma è possibile visitarne i resti per godere della bella vista sul paesaggio circostante.

Presso l’ufficio turistico è possibile avvalersi di una mappa della città, che elenca tutti gli edifici d’interesse, come la chiesa di San Martino, del XIII secolo, con affreschi del XIV secolo; la chiesa di San Pietro, del XII secolo, la più antica della città; e infine la chiesa di Sant'Agostino, costruita nel 1672 (della quale vi consiglio di ammirare sia l'interno sia il bel portale di legno). 

Di particolare importanza è anche il Palazzo Salmatoris: nel corso dei secoli, sette trattati di pace furono firmati proprio a Cherasco, due dei quali in questo palazzo: il trattato di pace che mise fine alla guerra europea di Casale (1631) e l'armistizio di Napoleone Bonaparte (1796); se trovate la porta di questo palazzo aperta, cogliete l'occasione e intrufolatevi all’interno.

Da non perdere sono anche i platani nel “Viale dei Platani”, vicino al Castello Visconteo che danno vita, qui, a un'opera d'arte quasi astratta.

Cioccolato e lumache

Cherasco è inoltre famosa per i suoi bravi “cioccolatai”, da qui il soprannome di “città del cioccolato”.

Due di loro sono poco più famosi di tutti gli altri: il primo è Marco Barbera, uomo che fondò la sua cioccolateria nel 1881 e creò i famosi Baci di Cherasco (o baci di cioccolato); si tratta di una nocciola Langhe DOC ricoperta di cioccolato, oggi conosciuta in tutto il mondo.

Il secondo cognome cui rendere merito è quello di Ravera, dell’omonima fabbrica di cioccolato, dov’è anche possibile fare una visita guidata con tanto di degustazione

L'altra specialità di Cherasco sono le lumache; in questa zona, le lumache non solo si mangiano ma ne viene utilizzata anche la bava, in special modo per le creme per la pelle.

Le sue proprietà lenitive sono conosciute fin dai tempi dei romani, e il muco della lumaca di Cherasco è particolarmente ricco, tra l'altro, di collagene, elastina, peptidi e vitamine che contribuiscono a idratare e migliorare l’aspetto della pelle di uomini e donne di qualsiasi età

Ci si può chiedere come tutto questo si possa adattare all'idea di Slow Food.

Curiosamente, il processo di estrazione della bava è più rispettoso degli animali di quanto si possa immaginare: le lumache sono prima allevate all'aperto, secondo regole severe.

Dopodiché vengono raccolte e trasferite in una specie di spa per lumache: un ambiente caldo e umido che loro amano e che le porta a produrre più bava.

Questa viene poi raccolta e la lumaca può continuare normalmente la sua vita.

Il mercato dell'antiquariato

Infine, Cherasco è famosa per il suo mercato mensile di antiquariato, che si tiene la prima domenica del mese da aprile a settembre; qui potrete trovare di tutto, dai mobili antichi ai libri sino ai più svariati oggetti da collezione

Cherasco gode di un'atmosfera difficile da spiegare, ci si può passare davanti un centinaio di volte senza accorgersene, ma una volta che la si è scoperta non si può evitare di fermarsi lungo una delle sue vie, anche solo per un caffè.

Food & Drinks

La Trattoria Pane e Vino serve cibo piemontese buono e semplice in un'atmosfera rilassata.

Il ristorante Vittorio Veneto offre piatti di pesce splendidamente presentati e ha un accogliente giardino.

Una delle migliori cene della mia vita l’ho consumata invece all'Osteria della Rosa Rossa, in occasione di un evento legato al Salone Slow Food “Terra Madre” di Torino, dove ho mangiato la cipolla al forno.

Sicuramente vi state chiedendo come una semplice cipolla possa essere tanto speciale, ma posso dirvi che era morbida come il burro, dolce, e servita con il tartufo.

Ucciderei per poter mangiare di nuovo una cipolla così deliziosa!