Bra
Dall’alto dei colli, si può leggere l’intera storia urbanistica della città, lasciando correre lo sguardo dagli antichi episodi architettonici alle moderne ciminiere.
Dai tetti di coppo rosso scuro del centro storico, emergono i merli ghibellini del Palazzo Traversa, ultimo significativo edificio medioevale; il campanile della primitiva chiesa di S.Andrea; lo snello campanile della chiesa della Santa Trinità; quello orientaleggiante di S. Giovanni Decollato e quello civettuolo, a base triangolare, della chiesetta di Santa Croce; la parrocchiale di S. Andrea, edificata su progetto del Bernini.
Luminosa per il recente restauro, domina la cupola di Santa Chiara, capolavoro del Vittone.
Sulla città vigila una villa bizzarra: la Zizzola, simbolo stesso di Bra, sulla cui spianata si narra convenissero, per i periodici sabba, le Masche del Roero.
Attorno si estende la Bra del ‘900, disadorna ed arlecchina, ove operano le industrie che hanno sostituito le celeberrime concerie.
Si consiglia di passeggiare per C.so Garibaldi, con il lungo portico – l’Ala – sede del mercato del venerdì e chiuso dal Palazzo Municipale del Vittone, di andar per vetrine in via Vittorio o in via Cavour, di visitare il ricco Museo di Scienze Naturali fondato, a metà dell’800, dai fratelli Craveri, esploratori, geografi, promotori del Club Alpino.
Storia
Di origine assai antica, la città di Bra vide formarsi il suo primo nucleo urbano in coincidenza con la decadenza della vicina Pollenzo, iniziata con lo scontro del 402 tra Alarico e Stilicone.
Tuttavia solo dopo il 1000 la città assunse autonoma fisionomia, con i nuclei che si formarono attorno alle chiese di S. Giovanni Lontano e di S. Andrea Vecchio, dalla cui “”brayda”” prese verosimilmente il nome il nuovo borgo.
La storia vede poi Bra impegnata nelle vicende che contrappongono Alba ad Asti e alle guerre del Monferrato, finché verso la metà del 1300 cadde in mano ai Visconti.
Saccheggiata nel 1515 dai francesi e distrutta nel 1537 dai Savoia, ottenne il titolo di città agli inizi del 1700.
Mandamento di Bra (comprende 3 Comuni , popol. 17,863 ab.). — Territorio in ridenti colline, con vasta pianura a ovest che stendesi sino alle Alpi, irrigato dalle acque derivate dalla Stura e dal naviglio detto di Bra. Prodotti principali: grano, foglia di gelso e vini rinomati.
Gustavo Straforello – Torino 1891 –
La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1
Bra: città natale di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food
I primi veri insediamenti a Bra risalgono all'epoca romana e in particolare al momento in cui i Goti, messi in fuga dai romani in seguito alla battaglia di Pollenzo, iniziarono a ritirarsi sul vicino altopiano.
Alcune truppe lasciate indietro dall’esercito di Alarico si stanziarono dunque proprio nell’altopiano, dando origine ad un primo insediamento; successivamente, a seguito della decadenza della cittadina di Pollentia, i suoi abitanti iniziarono a loro volta a trasferirsi dalla valle verso il più sicuro altopiano, dove si trova l’odierna Bra.
La sua posizione la rende inoltre più fresca in estate, e per questo motivo, ad esempio, anche i savoiardi si trasferivano in estate dalle loro case quotidiane di Pollenzo alle loro residenze estive in Bra.
L'evento più famoso a Bra è Cheese, la fiera internazionale del formaggio in cui vengono venduti formaggi artigianali di tutto il mondo.
Inizialmente, nel 1997, l'evento ha attirato circa 150.000 visitatori, e il loro numero si è sempre confermato in crescita con il passare degli anni; durante la fiera vengono presentati i formaggi di 300 produttori provenienti da 23 diversi Paesi.
Il centro storico
Il centro storico di Bra offre un interessante mix di stili architettonici in cui vi si può riconoscere la storia dei secoli passati; l'architettura varia dal Rinascimento al Barocco, ma anche il XIX secolo è rappresentato.
In Corso Garibaldi, troverete l'Ala, un corridoio coperto incredibilmente lungo, con soffitti di volte a mattoni.
Il mercato si svolge qui ogni venerdì e intorno a piazza Rocca si trova il piacevole centro della città, impreziosito dagli invitanti caffè.
Tra gli edifici e gli elementi architettonici più belli spiccano la chiesetta triangolare di Santa Croce, la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea (progettata dal Bernini), la cupola della chiesa di Santa Chiara e il municipio (progettati da Vittone).
La "Zizzola"
L'edificio più famoso di Bra è la Zizzola ottagonale, costruita nel 1700; l'edificio, dall'aspetto caratteristico, sorge sul punto più alto della città, il Monte Guglielmo, dominandone lo "sky-line".
Per questa ragione ne è diventato il simbolo.
La pianta ottagonale dell'edificio si sviluppa su due piani ed è coronata da una torre centrale.
Originariamente, la Zizzola era una casa di campagna dove i ricchi proprietari invitavano gli amici per feste e ricevimenti, nel 1962, fu donata alla città di Bra dal dottor Guido Fasola (la cui famiglia era proprietaria dell'edificio dal 1915).
La donazione fu realizzata a condizione che l'edificio fosse utilizzato per eventi sociali e culturali.
Dopo una ristrutturazione durata molti anni, la Zizzola è stata riportata al suo antico splendore nel 2009 e ospita eventi culturali dal 2015.
Food & Drinks
Poiché Bra è una delle città più grandi della regione, in essa possiamo trovare molti buoni ristoranti.
Il più famoso è l'Osteria del Boccondivino, che prende il nome dal tempio di Slow Food.
Il cibo è eccellente anche all'Osteria La Pimpinella, dall'aspetto moderno.
Se siete appassionati di storia potreste invece far visita all’Antico Caffè Boglione: secondo i suoi gestori, è il più antico caffè della provincia di Cuneo.
Slow Food
Il movimento Slow Food è stato fondato da Carlo Petrini a Bra; rimanendo fedele alle sue radici, Petrini ha scelto Bra, e poi Pollenzo, come luogo per far crescere l'organizzazione.
E siamo onesti: quale posto poteva essere migliore per fondare un movimento come questo?
La filosofia di Slow Food è profondamente radicata nelle tradizioni e nella mentalità piemontesi; la si può gustare nel cibo, ma la si può anche osservare nei vigneti.
Mentre l'efficienza moderna giustificherebbe la legatura delle viti con corde di plastica, gli agricoltori utilizzano ancora l'alternativa naturale: ramoscelli di salice.
Qui prevalgono il senso della bellezza e della tradizione: la sua quintessenza.
Ma si noti: non do a questa parola il significato che si può attribuire ad una statua o a un dipinto, io parlo dell'arte di amare la vita rispettando la natura e la tradizione.
Questa bellezza si rivela solo a quelle persone che vogliono vederla, a quelli che si prendono il tempo di guardare oltre la superficie e che possono riconoscerla in un piccolo ramoscello legato, appunto, intorno ad una vite; ecco perché i piemontesi stessi sono a volte un po' scettici nei confronti di Slow Food: perché dare un nome a qualcosa che c'era già?
E perché un prodotto o un ristorante Slow Food dovrebbe essere migliore di un altro?
I valori
Tutti aderiscono agli stessi valori, quindi qual è il valore aggiunto di questa etichetta?
Questo può essere vero per le Langhe, ma la portata del movimento va molto oltre: il movimento Slow Food è nato come movimento di protesta nel 1986, quando Petrini organizzò, appunto, una protesta contro l'apertura del McDonald’s a Roma.
Ci sono però anche altre storie sulla sua origine, il che rende il tutto un po' misterioso, ed è proprio così che si creano le grandi icone.
Dal Piemonte al mondo
Slow Food è diventato un movimento globale che lotta per un cibo buono, pulito e giusto.
Il movimento ha un milione di sostenitori, 100.000 soci attivi;conta 4930 prodotti dell'Arca del Gusto, 2400 comunità del cibo, 1500 convivium e 570 presìdi in 160 Paesi: sono stati aperti uffici di Slow Food anche in Svizzera, Germania, Usa (New York), Francia, Giappone e Regno Unito.
Questo indica che il messaggio del movimento è ascoltato e appoggiato in tutto il mondo; slow Food si batte per un diritto fondamentale: il cibo deve portare in sé del piacere.
E ciò si riferisce non soltanto alla pietanza servita in tavola ma anche al piacere di pranzare o cenare con gli amici e la famiglia, al lusso di sviluppare un'agricoltura sostenibile che mantenga la terra intatta e conservi i piatti tradizionali.
Slow Food la chiama eco-gastronomia: è il riconoscimento della connessione innegabile tra il piatto e il pianeta.
Il cibo buono, pulito e giusto non deve danneggiare l'ambiente, il benessere degli animali o la nostra salute, e i produttori devono ricevere una giusta remunerazione.
Slow Food invita tutti a sostenere questi principi, soprattutto considerando il ruolo rilevante che questi giocano: ciò che si compra determina sempre ciò che viene prodotto.
Con le nostre scelte determiniamo chi sosteniamo, il produttore locale o la catena internazionale di vendita al dettaglio.
Slow Food ridefinisce quindi il nostro ruolo di co-produttori ed è impegnato anche nella conservazione del cibo.
Per esempio, conserva i semi di tutte le specie di frutta e di verdura nella banca dei semi, insieme ai prodotti tradizionali nell'Arca del Gusto (tra cui,a mecara, la salsiccia di bue olandese).
Il movimento organizza anche fiere, fornisce informazioni e fa spesso pressione sulle decisioni dell'Unione Europea; anche se Slow Food non può cambiare completamente il mondo, ha ottenuto molto.
Il Salone del Gusto è diventato la più grande fiera alimentare del mondo e anche la fiera biennale del formaggio a Bra e la festa del pesce a Genova attirano molti visitatori.
Inoltre, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità ha successo nella difesa delle tradizioni agricole nei Paesi in via di sviluppo.
Eataly
Grandi negozi prestigiosi hanno inoltre aperto in tutto il mondo con il nome di Eataly: questi supermercati di lusso vendono prodotti in linea con la filosofia Slow Food e hanno al loro interno deliziose gastronomie, bar e ristoranti dove gustare svariati prodotti.
Eataly si trova nelle grandi città come Torino, Milano e Roma, ma anche Toronto e Parigi, Las Vegas e New York, Mosca e Tokyo, Stoccolma e San Paolo.
È meraviglioso pensare a come il sogno di un caparbio piemontese possa avere avuto un'influenza così positiva sulla coscienza alimentare delle persone.