Barbaresco

Su una delle rocche lungo le anse del Tanaro, si erge imponente la torre di Barbaresco, simbolo del paese.

Qui era la barbarica “silva”, prima occupata dai Liguri e poi dai Romani: da questa caratteristica deriverebbe il nome del paese.

Altri invece sostengono che il nome derivi dai “Saraceni” detti “Barbareschi”.

Alla presenza dei Liguri vanno attribuiti i nomi di alcuni cru prestigiosi della DOCG Barbaresco, come “Asili” (rifugio) e “Martinenga” (dedicato a Marte).

In paese nella chiesa sconsacrata di San Donato è stata realizzata l’enoteca regionale.

A cavallo tra fine luglio e inizio agosto si festeggia la festa patronale di San Donato, mentre ogni anno, il terzo weekend di ottobre si ripete l’evento “Piacere, Barbaresco”.

Barbaresco (1775 ah.). – Sulla destra del Tanaro, a greco d’Alba, da cui dista 7 chilometri. Parrocchiale di San Giovanni Battista. Congregazione di carità. Vuolsi opera romana una torre colpita parecchie volte dal fulmine. Il castello degli antichi feudatari passò in possesso dell’avvocato Carlo Rocca. Buoni vini, principalmente nebiolo, che smerciasi in Torino e altre città del Piemonte. Sorgente d’acqua salina Fresca, adoperata dai contadini per annaffiare i foraggi del bestiame, ed alcuni se ne servono anche in luogo del sale di cucina.

Cenni storici. — Barbaresco seguì il più sovente le sorti d’Alba, ma nel 1222 se ne staccò per darsi agli Astigiani, e fu questo uno dei motivi di guerra fra le due repubbliche. Ritornò quindi ad Alba, a cui fu ritolto dagli Astesi nel 1276. Dopo la pace di Cherasco venne in potere dei duchi di Savoia, che lo infeudarono al nobile albese Ottavio Belli.

Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P1 T. in Alba.

Gustavo Straforello
Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1