Alba
Posata sulla destra del Tanaro, Alba attira ed elabora, di tutto questo angolo del Piemonte, la produzione e l’iniziativa, ne rappresenta gli interessi e ne interpreta le aspirazioni.
Tutto ciò a conferma di quanto ne rappresentò, nei millenni trascorsi, come insediamento dei “ligures”, come “municipium” romano e come libero comune.
Nell’età delle signorie nessun “conducator”, tra i tanti avventurieri che batterono le Langhe, s’infeudò di lei così saldamente da creare una dinastia: traccia rimane in ognuna delle cento rosse torri che ne esaltarono la magnifica opulenza medioevale.
Mandamento d’ALBA (comprende 6 Comuni, popolazione residente 20,232 abitanti al 31 dicembre 1881). — Territorio fertile inviti, gelsi, cereali e in tartufi squisiti e ricercati. Vi prosperano le industrie del vino e della seta, e il commercio vi è agevolato da molte e buone strade.
Gustavo Straforello
Torino 1891 –La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1
Storia
Le prime tracce di vita sulla sponda sinistra del Cherasca, a poca distanza dalla confluenza col Tanaro, risalgono al Neolitico, tra il sesto ed il terzo millennio della preistoria.
Nei millenni successivi questa popolazione venne classificata come appartenente al gruppo etnico dei Liguri.
Lenta e difficile fu la penetrazione romana, completata attorno al 173, la città entrò nella storia con la denominazione di “Alba Pompeia” e conobbe un intenso sviluppo economico e commerciale.
Nel 126 diede i natali a Publio Elvio Pertinace, militare di carriera, generale e console che per un brevissimo tempo fu anche imperatore romano.
Con l’indebolimento dell’impero romano iniziò un periodo di difficoltà, aggravato dalle invasioni barbariche (Visigoti, Burgundi, Longobardi, Franchi, Saraceni, Ungheri).
Nel 967 Aleramo ebbe dall’imperatore Ottone I la signoria delle Langhe: iniziò allora per Alba un periodo di stabilità, caratterizzato da un considerevole sviluppo edilizio.
Tra il 1100 ed il 1500 il Comune cercò di espandere il proprio territorio, guerreggiando con Asti e alternando diverse signorie.
Dopo essere passata più volte nelle mani dei Gonzaga di Mantova e dei Savoia, nel 1628 divenne definitivamente dominio della casa Savoia.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, la città di Alba si trovò al centro di operazioni belliche, e per l’attività partigiana il suo gonfalone è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Alba: chic e vivace
Alcune delle attrazioni più famose delle Langhe si trovano nella città rinomata di Alba e nei suoi dintorni, con le sue vivaci vie dello shopping e i suoi dehors.
L'itinerario di oggi tocca l'università del tartufo di Roddi e il castello di Verduno, il castello di Grinzane Cavour, Patrimonio mondiale dell'UNESCO, e il pittoresco villaggio di Diano d'Alba.
Il percorso garantisce una vista mozzafiato sui vigneti e sui diversi punti panoramici: cosa c'è di meglio che fermarsi in uno dei ristoranti che si affacciano su questo splendido paesaggio?
Il mio consiglio è di arrivare a Diano d'Alba verso il tramonto anche perché è uno dei villaggi delle Langhe situati più “in quota”.
Dal suo punto panoramico si può visualizzare tutto il percorso del tour di oggi...e con un po' di fortuna si possono scorgere anche le Alpi in lontananza.
Alba è una città vivace, conta molte gastronomie, ristoranti, bar e una varietà notevole di negozi di abbigliamento.
Ogni sabato mattina si svolge il mercato e numerosissimi eventi si susseguono durante tutto l'anno.
Originariamente Alba era conosciuta come la città delle 100 torri, gran parte di esse, del XIV e XV secolo, sono illuminate di notte: questo dettaglio dona alla città un'atmosfera romantica.
La Ferrero
Alba è anche famosa per il suo cioccolato: Ferrero ha infatti la sua sede proprio qui, in città.
Forse un sogno per ogni cioccolato-dipendente, poiché l'odore del cioccolato si può sentire letteralmente nell'aria.
Ferrero è uno dei maggiori datori di lavoro della regione, non solo attraverso l'occupazione diretta, ma anche attraverso l'acquisto delle nocciole coltivate nella zona.
Il tipico gusto dei prodotti Ferrero è dovuto infatti alla varietà della nocciola utilizzata, la Tonda Gentile del Piemonte IGP; prima di essere lavorate, tali nocciole vengono leggermente tostate: è questo processo a conferir loro un sapore tanto caratteristico.
Michele Ferrero è molto apprezzato nella regione e in Italia in generale: è infatti l'uomo che ha reso grande l’azienda, rimanendo fedele alle sue radici.
Si è sempre preso cura dei suoi dipendenti e delle loro famiglie, questo sotto forma di salari equi, buone pensioni e aiuti per le vedove e gli orfani.
Ferrero è morto nel 2015, all'età di 89 anni e la piazza centrale di Alba è stata poi ribattezzata con il suo nome, per onorarne la sua vita e l’importante eredità.
Storia e patrimonio culturale di Alba
Le origini di Alba risalgono a prima della civiltà romana: il luogo era allora abitato da tribù celtiche e liguri.
La città attuale è stata costruita sui resti romani dell'antica Alba Pompeia, probabilmente fondata mentre i romani costruivano una strada che collegava Aquae Statiellae, l'attuale Acqui Terme, ad Augusta Taurinorum, l'attuale Torino.
Nell'XI secolo, Alba divenne dapprima città-stato e membro della Lega Lombarda; in seguito fu teatro di molte battaglie, tra cui quelle tra le famiglie Montferrat e Visconti.
Fu conquistata dai Gonzaga e due volte dai Savoia; anche la Francia e la Spagna combatterono per Alba: nel 1631, la battaglia si concluse con il trattato di Cherasco, dopo il quale Alba passò nelle mani dei Savoia.
Il loro dominio può essere riconosciuto anche dal rosso e dal bianco presenti nello stemma della città.
Tra gli edifici storici da visitare ricordiamo almeno il Palazzo Comunale (XIII secolo) con un presepe del 1501 di Macrino d'Alba, il Palazzo Vescovile e la Cattedrale romanica di San Lorenzo (del XII secolo), tutti situati nella centrale Piazza Duomo.
La Cattedrale di San Lorenzo fu probabilmente eretta su resti di epoca romana e poi ricostruita in diverse fasi; la chiesa è famosa per il suo coro in legno scolpito da Bernardino Fossati nel 1512 e per i suoi soffitti blu.
La chiesa gotica di San Domenico (XIII - XIV secolo) è la più bella della città; è interessante notare che proprio questa chiesa sia stata utilizzata come stalla durante le guerre napoleoniche.
Un’altra bella escursione è quella che ci permette di visitare i "sotterranei" di Alba; sto parlando delle rovine romane sotterranee, quelle che sono state scoperte sotto la "nuova" città.
Chiedete all’ufficio turistico o cercate online per prenotare una visita guidata: ne rimarrete entusiasti.
I festival
Alba è divertente da visitare durante tutto l'anno.
La mattina la gente si riunisce nei bar e nelle piazze per una tazzina di caffè o una colazione tarda poi verso le cinque del pomeriggio tutti escono a mangiare un gelato.
Ad Alba c'è sempre un festival o della musica: a marzo c'è l'annuale Festival Internazionale del Cinema combinato con il Bra Festival per i cortometraggi, in aprile tutti vanno in giro per la città con un bicchiere in mano in occasione di Vinum... festival del vino, come dice il nome ed infine ad ottobre il Medioevo prende vita con la rievocazione degli eventi storici.
Il clou è il palio (la tradizionale corsa degli asini), gara storica che celebra e ricorda le antiche battaglie tra Asti e Alba.
Ottobre e novembre sono probabilmente i mesi più affollati grazie alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba; in questo periodo l'odore del tartufo riempie le vie cittadine, e i ristoranti sono colmi di buongustai provenienti da tutto il mondo.
La fiera del tartufo è qualcosa di davvero speciale: le strade di Alba si riempiono di bancarelle dove buone forchette possono trovare tutto ciò che desiderano.
Il terzo sabato di ottobre ha luogo il Baccanale dei Borghi: una fantastica festa in cui tutti gli antichi "quartieri" medievali del centro storico si presentano con i loro piatti tradizionali, giochi e costumi folcloristici; i giochi includono la cavalcata di un finto asino mentre si gonfia un pallone, il lancio di freccette nelle salsicce e la pesca con le balene.
Credo di aver riso raramente così tanto: soprattutto il ricordo del giro sull'asino mi fa sorridere ancora a distanza di anni.
Come ho già ricordato, la fiera del tartufo attira un grande numero di turisti da tutto il mondo e dura due mesi (da ottobre a novembre).
Non mi stancherò mai di dire quanto l'aria di Alba sia davvero permeata dall'odore unico del tartufo durante questo periodo, è un odore così forte che di solito o lo si adora o lo si odia.
Ovunque vi troviate nelle Langhe, una visita ad Alba sarà sempre una festa per i sensi.
Origini della festa del tartufo
La prima festa del tartufo ad Alba ebbe luogo nel 1929: fu Giacomo Morra a vedere il potenziale del prodotto e da allora lui e la sua famiglia ne hanno sempre promosso il valore.
Negli anni '50, ha avuto inizio la tradizione di offrire un suo tartufo ad un cliente famoso.
Negli anni, suoi tartufi sono stati donati a varie personalità di spicco, tra cui i presidenti Truman, Eisenhower, Kennedy e Reagan, gli statisti Winston Churchill e Michel Gorbaciov, e le celebrità Marilyn Monroe, Alfred Hitchcock, Sophia Loren e Alain Delon.
Il negozio di Morra si trova ancora in piazza Pertinace ad Alba, nella restaurata Casa- Torre del XII secolo; vendono ottimi prodotti locali e nella vetrina e sui muri del negozio ci sono fotografie storiche che ritraggono e descrivono la vita del "trifulau", il cercatore di tartufi.
Inoltre, un'asta annuale di tartufi si tiene al culmine della stagione del tartufo stesso, quando i prezzi sono più alti e la concorrenza è più accanita; quest'asta si tiene al castello di Grinzane Cavour e vi partecipano molte celebrità.
Il prezzo record per un singolo tartufo bianco è stato raggiunto nel dicembre 2007, quando un tartufo di 1,5 chilogrammi, trovato da Luciano Savini e dal suo cane Rocco, è stato messo all'asta contemporaneamente ad Alba, Firenze, Macao e Hong Kong.
Il proprietario di un casinò di Macao ha pagato 330.000 dollari per aggiudicarsi questo dono della terra.
La bellezza di tale asta è che tutti i proventi vengono donati sempre in beneficenza: una lodevole tradizione da mantenere viva.
Food & Drinks
Va da sé che Alba offre tutto ciò che un buongustaio può desiderare: eccellenti gastronomie, meravigliose enoteche dove i vini locali sono accompagnati da piccoli spuntini tipicamente piemontesi, e alcuni dei migliori ristoranti della regione.
La terra dei buongustai
Per una piccola ma intensa degustazione di vini, vai al Vincafè o al Voglia di Vino, entrambi nel centro pedonale di Alba.
Vincafè resta sempre il mio preferito, nel corso degli anni, perché quand’è molto affollato, c’è la possibilità di andare al piano di sotto e bere qualcosa nell'accogliente cantina.
La scelta dei vini è ampia e gli spuntini abbondanti: un bel modo di finire la giornata.
Ancora più eccezionali, tuttavia, sono i molti ottimi ristoranti di Alba; date un'occhiata al sito della Michelin e sarete sorpresi dal fatto che la piccola città di Alba e i suoi immediati dintorni contino più ristoranti stellati, ad esempio, che la grande area metropolitana di Torino.
Questo dimostra quanto sia speciale questa zona.
Il ristorante più prestigioso è Piazza Duomo, diretto dallo chef Enrico Crippa: al momento, vanta tre stelle Michelin ed ed è 15° nella lista dei migliori ristoranti del mondo.
Enrico Crippa si è formato nel ristorante di Marchesi a Kobe, in Giappone; il suo piatto forte è l'Insalata 41, che prende il nome dal numero di foglie, fiori ed erbe che propone.
In linea con la tradizione locale, la maggior parte di queste foglie proviene dal suo stesso orto; se volete mangiare nel suo ristorante controllate prima il prezzo e assicuratevi di prenotare con largo anticipo.
Non è però d’obbligo decidere di mangiare in questo ristorante:l’offerta, lo ripeto, è davvero ampia e di qualità in tutta l’area: è realmente un paradiso per i buongustai.
Anche chi abita qui ammette che: "Non si può trovare un cattivo ristorante in zona".
Il voto attribuibile alla concorrenza varia tra buono, eccellente e indimenticabile.
Il vino Barbera
La Barbera è il vino tipico di questa zona (come anche dei dintorni di Asti).
L'uva Barbera è la terza uva più piantata in Italia e risale al XV secolo; nonostante il fatto che sia una varietà antica e che sia ampiamente coltivata, il vino era fino a poco tempo fa raramente bevuto fuori dall'Italia, forse perché gli italiani tengono il meglio per sé.
L'uva Barbera è originaria del Piemonte ed è ampiamente coltivata nelle Langhe.
Come il Dolcetto, la Barbera è piantata su pendii che non sono adatti al più esclusivo Nebbiolo.
L'uomo che per primo propose il Barbera a livello mondiale fu il defunto Giacomo Bologna della cantina Braida, vicino ad Asti; il suo Bricco dell'Uccellone è stato il primo Barbera ad essere venduto a livello internazionale.
La formula unica di Bologna era quella di privilegiare la qualità alla quantità e di far maturare il vino in botti di rovere francese.
Nel frattempo il Barbera è divenuto uno dei vini più popolari del Piemonte e un serio concorrente per il Barolo e il Barbaresco.
Generalmente la Barbera prende il nome dalla città da cui proviene, quindi Barbera d'Alba, Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato; anche se di colore scuro, questo vino è abbastanza leggero nel gusto, con aromi di ciliegia, fragola e lampone.
La Barbera d'Alba di solito ha un colore più profondo ed un gusto più fruttato, mentre quella d'Asti è spesso più brillante nel colore e più elegante in bocca.
I piemontesi bevono Barbera tutti i giorni, mentre il Barolo e il Barbaresco vengono conservati per le occasioni speciali.
Il tartufo bianco di Alba
I famosi tartufi bianchi di Alba sono stati menzionati per la prima volta nel IV secolo a.C. negli scritti di Teofrasto.
La loro origine è sempre stata un mistero, poiché si pensava che fossero stati creati dal tuono e dal fulmine, o addirittura che fossero figli di Dio; fu solo nel 1788 che il tartufo ricevette il suo nome scientifico ufficiale, Tuber Magnatum Pico, da Vittorio Pico, medico e naturalista torinese.
Tuber è la parola latina per tubero, che significa grumo, sembra che la parola si sia dunque corrotta in tuferper evolversi più tardi in tartufo.
Il tartufo non è sempre stato popolare: dall'epoca romana fino al Rinascimento è stato poco utilizzato.
Intorno al 1800 il tartufo divenne rapidamente più popolare, prima tra i papi, poi tra i nobili... e intorno al 1900 tra il grande pubblico.
Oggi il tartufo è molto apprezzato nelle cucine francese, italiana e istriana, e nell'alta cucina internazionale.
I tartufi appartengono alla famiglia dei funghi e fioriscono in autunno, in inverno e in primavera.
Ci sono nove tipi di tartufi, ma nelle Langhe crescono i tre più delicati e preziosi tipi di quello bianco.
Il tartufo d'Alba si trova in tutte le Langhe e cresce in simbiosi con la quercia, il nocciolo, il pioppo e il faggio; può crescere fino a 12 centimetri di diametro e 500 grammi di peso ma La maggior parte dei tartufi è tuttavia molto più piccola.
La parte interna ha venature color crema chiaro o marrone, con marmorizzazione bianca.
Contrariamente alla credenza popolare, i tartufi possono effettivamente essere coltivati; già nel 1808, il francese Joseph Talon raccolse alcune ghiande dalle quali sapeva crescessero tartufi.
Seminò dunque le ghiande altrove e anche lì i tartufi crebbero sotto agli alberi.
Nel 1847 Auguste Rousseau piantò 7 ettari di querce utilizzando lo stesso metodo e come risultato vinse un premio all'esposizione mondiale di Parigi del 1855.
Trovare i tartufi è un'arte in sé e la professione del trifulau (il già ricordato cercatore di tartufi) è circondata da misticismo.
Il trifulau non condivide mai i suoi segreti su dove e come possa trovare i suoi tesori; lavora solo con il suo cane ben addestrato, con il quale esce molto presto la mattina.
Alcuni trifulai offrono ora la possibilità di andare a caccia con loro, il che fornisce all’osservatore una visione meravigliosa di questa antica tradizione.
I cani trovano i tartufi grazie al loro odore che è simile a quello di un maiale maschio; per questo motivo infatti le scrofe erano tradizionalmente usate per cercarli.
Poiché, però, spesso finivano per mangiare loro stesse i tartufi che trovavano, sono state sostituite con i cani.
I cani che sanno fare questo lavoro valgono una fortuna e il loro addestramento è una vera professione: c'è persino un'università canina nel villaggio di Roddi; questi animali sono tenuti in un recinto al fine di proteggere il loro olfatto.
Un’eccessiva esposizione ad altri odori è considerata infatti dannosa per la loro capacità di trovare i tartufi; i cani poi vengono addestrati durante tutto l'anno.
I tartufi vanno mangiati entro pochi giorni dal loro ritrovamento.
Visto che sono così costosi e hanno un sapore così forte, usatene poco per volta.
Tradizionalmente il tartufo viene grattato dal cameriere direttamente al tavolo su piatti molto semplici, come un uovo o una frittata, o anche sui tajarin al burro.
I tartufi (quelli neri, ad esempio) sono serviti tutto l'anno nella zona, ma niente batte il vero tartufo bianco servito in autunno.