

Un eccezionale percorso espositivo mette in dialogo due giganti della pittura veneziana: Jacopo Robusti detto Tintoretto ed Emilio Vedova.
La mostra indaga affinità e dissonanze tra i due artisti, mettendo in luce come il maestro rinascimentale sia stato per Vedova un punto di riferimento imprescindibile, fino a diventare una vera e propria identificazione poetica e concettuale.
L’esposizione prende avvio dall’Autoritratto del 1588 di Tintoretto, prestito d’eccezione del Musée du Louvre, opera che ha ispirato non solo Vedova ma anche artisti e intellettuali come Manet e Sartre.
Il cuore della mostra è ospitato nell’Aula del Senato del Regno d’Italia, dove trovano spazio circa cinquanta opere tra tele di Vedova e capolavori di Tintoretto, tra cui le celebri ancone dei Camerlenghi e dipinti del ciclo delle Metamorfosi dalle Gallerie Estensi di Modena.
Il percorso parte dai disegni giovanili di Vedova del 1936, attraversa le tele degli anni Quaranta e Cinquanta ispirate a opere come la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, La crocifissione e lo studio dal Sogno di San Marco, per arrivare fino agli anni Ottanta.
A concludere l’esposizione è la monumentale installazione …in continuum, compenetrazione/traslati ’87/’88, composta da oltre cento grandi tele che si intrecciano in una sequenza di energia e movimento, testimoniando l’ininterrotto confronto di Vedova con il suo maestro ideale.