

Gianluca Capuano
Joël Fabing
Antoine Fontaine
David Belogou
Ulisse Trabacchin
Michel Fau
Wolfgang Amadeus Mozart
Johann Gottlieb Stephanie the Younger
(tratto dal dramma Belmonte und Constanze di Christoph Friedrich Bretzner)
Vienna, Burgtheater, 16/07/1782
«Essere umani e buoni / e perdonare senza egoismo» è la morale illuministicamente enunciata alla fine del Ratto dal serraglio, dalle due coppie di protagonisti appena sopravvissuti a disavventure che sarebbero tragiche se non ci trovassimo in una commedia.
Secondo il luogo comune, quest’opera con dialoghi parlati (tecnicamente un Singspiel) preparerebbe il terreno per il futuro Flauto magico.
Non è del tutto vero: Il ratto dal serraglio ha un carattere molto diverso, dove l’Oriente non è un luogo magico e simbolico, ma il tipico spazio della “turcheria” settecentesca, in cui tutto appare paradossale e capovolto.
L’opera oscilla tra momenti buffi e seri, e così il suo linguaggio musicale, ricco di dettagli strumentali che accompagnano una scrittura vocale sovente impervia, come nella virtuosistica parte di Konstanze.
«Troppe note!» disse a Mozart l’imperatore Giuseppe II dopo la prima a Vienna nel 1782: rimprovero rimasto celebre, a dispetto del successo che l’opera ebbe e continua ad avere.
In scena viene presentato l’elegante e variopinto allestimento dell’Opéra Royal de Versailles, firmato da un attore e regista cinematografico francese.
La direzione musicale è affidata a un maestro recentemente insignito di un prestigioso riconoscimento.