

No vabbe, mi adoro trasforma il palco in specchio comico, dove ironia tagliente e tenerezza restituiscono la normalità vissuta come rivalsa personale.
La narrazione nasce dall’autoironia, capace di trasformare l’amore per sé stessi in strumento di riscatto contro i cliché di genere e gli stereotipi sociali.
Ogni battuta diventa riflessione, perché ridere delle proprie follie è un modo per riprendersi il diritto di essere imperfettamente umani.
Lo spettacolo si fa incontro, un dialogo diretto con il pubblico che ride di sé per riconoscersi più forte e vero.
La nuova stagione del Teatro Colosseo si presenta come un palcoscenico vivo, in cui oltre cinquanta titoli intrecciano linguaggi diversi e rispondono a pubblici differenti.
Al centro della proposta c’è un’idea di pop theatre che non si limita a essere intrattenimento leggero, ma diventa specchio del presente, unendo profondità e leggerezza, musica e riflessione, comicità e prosa.
La direzione artistica di Claudia Spoto imprime al cartellone una visione chiara: rendere il teatro uno spazio quotidiano, accessibile e al tempo stesso capace di ospitare esperienze intense e complesse.
Accanto alla comicità, che resta uno dei fili conduttori più amati dal pubblico, trovano spazio spettacoli di forte impatto narrativo.
La musica arricchisce il cartellone con concerti che spaziano dall’intimità cantautorale al grande spettacolo, mentre non mancano incursioni nella filosofia, nella scienza e nella divulgazione, a confermare la vocazione del Colosseo come luogo aperto e trasversale.
Il percorso, che si snoda da settembre ad aprile, disegna così una mappa culturale che intreccia intrattenimento e pensiero, portando sulla scena un ventaglio di esperienze che si rispecchiano nella città e nei suoi spettatori.