Tom Stoppard
Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli, Paolo Sassanelli
Andrea Pannofino, Chiara Mascalzoni
Alberto Rizzi
Lia Cuttitta
Gli Ipocriti Melina Balsamo
Ippogrifo Produzioni e Comune di Verona – Estate Teatrale Veronese
Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di United Agents Ltd
Rosencrantz e Guildenstern sono morti, capolavoro di Tom Stoppard ispirato all’Amleto, porta in scena due figure minori della tragedia shakespeariana.
Amici d’infanzia di Amleto, i protagonisti si muovono in un universo assurdo, sospesi tra ironia e destino, alternando riflessioni filosofiche a scambi comici e surreali.
Tra metateatro, caso e libero arbitrio, l’opera diventa una parabola ironica e tragica sulla condizione umana.
Sul palco Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli danno vita a perfetti clown-avventurieri, affiancati da Paolo Sassanelli, guida brillante di una compagnia di comici erranti.
La vita, qui, è teatro: e il teatro diventa vita.
La nuova stagione nasce da una ricerca attenta che punta a costruire una proposta variegata e inclusiva.
Il cuore della programmazione resta la prosa, con artisti di rilievo nazionale e testi che spaziano dai classici di Goldoni e Aristofane ai capolavori moderni di Tom Stoppard e David Mamet, offrendo serate di autentica riflessione e di solido intrattenimento.
La varietà è il principio guida: uno sguardo più ampio che accoglie i divertenti fuori abbonamento, tra l’ironia degli Oblivion e la narrazione teatrale di Claudio Bisio.
Resta centrale il legame con il territorio, grazie agli appuntamenti del Teatro del Territorio, mentre lo sguardo al futuro prende forma negli incontri dedicati alle famiglie e nella rassegna teatro scuola, pensate per coltivare il piacere della scena fin dalla prima età.
Il teatro è un luogo di incontro e confronto, una lente attraverso cui osservare il nostro tempo e la natura umana, uno spazio in cui lasciarsi sorprendere a ogni alzata di sipario.
Nel 170º anniversario del Teatro Sociale di Alba, autentico fiore all’occhiello della città, l’impegno è quello di mantenerlo un faro culturale sempre acceso, alimentato dall’entusiasmo di chi lo vive.