Dal 19 Dicembre 2025
al 19 Dicembre 2025
La Cina non solo è vicina: è già qui
Un incontro che unisce geopolitica, cultura e umanità, offrendo uno sguardo lucido e coinvolgente su un Paese che continua a cambiare il mondo mentre cambia sé stesso
Parlare di Cina, oggi, è imprescindibile.
È l’unico Paese comunista ad aver compiuto con successo una transizione al mercato globale senza rinunciare al proprio regime, diventando uno dei protagonisti assoluti dello scenario mondiale dopo la fine della polarizzazione URSS–USA.
A raccontarne le trasformazioni sarà Giada Messetti, sinologa e divulgatrice, tra le voci più autorevoli e appassionate nel descrivere le dinamiche del gigante asiatico, ospite della Fondazione Mirafiore con il suo nuovo libro La Cina è un’aragosta, edito da Mondadori.
Una muta faticosa e necessaria
Nel volume, Messetti utilizza un’immagine insolita e potente: la Cina come un’aragosta che, per crescere, deve abbandonare il vecchio guscio e restare per un tempo vulnerabile, in attesa che se ne formi uno nuovo.
Una metafora che descrive la trasformazione profonda in corso nel Paese: un cambiamento complesso, doloroso eppure inevitabile, che non riguarda solo Pechino o Shanghai, ma che ha ricadute concrete su scala globale, Italia compresa.
Il volto umano del dragone
Dopo aver analizzato nei suoi precedenti lavori l’attualità politica e le strategie del “Celeste Impero”, Messetti questa volta si concentra sulla società cinese.
Attraverso i suoi viaggi e le testimonianze raccolte, racconta una Cina fatta di giovani disillusi ma curiosi, di donne sempre più consapevoli del proprio ruolo, di anziani che cercano una nuova forma di libertà.
Fotografa stili di vita in evoluzione, nuove abitudini quotidiane e segni di svolta, come il cielo finalmente azzurro sopra Pechino, simbolo di un cambiamento ambientale reale e non più solo di facciata.
Oltre gli stereotipi
Nel suo racconto, Giada Messetti restituisce un’immagine non ideologica ma viva della Cina contemporanea, lontana dai cliché che spesso ne deformano la percezione in Occidente.
Il Dragone, pur alle prese con difficoltà interne — dall’invecchiamento della popolazione alla crisi immobiliare, dalla disoccupazione giovanile al rallentamento economico — resta un attore decisivo nella ridefinizione degli equilibri geopolitici ed economici mondiali.
Una voce autorevole
Originaria di Gemona del Friuli, Messetti ha vissuto a lungo in Cina e ha dedicato la propria carriera alla divulgazione culturale e al giornalismo internazionale.
Autrice e curatrice di programmi per Rai, Mediaset e La7, ha ideato e condotto CinAmerica (Rai3), dedicato alla sfida tra Cina e Stati Uniti.
Con La Cina è un’aragosta chiude una trilogia iniziata con Nella testa del Dragone (2020) e La Cina è già qui (2022), completando un percorso che intreccia analisi, esperienza diretta e racconto umano.
Uno sguardo necessario
L’incontro alla Fondazione sarà un invito a osservare la Cina senza pregiudizi, per capire meglio anche noi stessi.
Perché, come sottolinea l’autrice, la Cina non è lontana: è già qui — nelle nostre economie, nei nostri consumi, nel nostro immaginario, e nel futuro che condividiamo.
La rassegna
Un invito semplice e insieme impegnativo: esserci, informarsi, partecipare.
Fino al 18 aprile, con epilogo nella tradizionale Passeggiata resistente del 25 aprile, il teatro della Fondazione Mirafiore, immerso tra le vigne di Serralunga d’Alba, torna a essere casa del pensiero critico, della memoria e del dialogo civile.
Una nuova edizione del Laboratorio di Resistenza permanente rinnova l’appello alla partecipazione e alla riflessione.
Coltivare la complessità, custodire il dubbio, difendere la bellezza del confronto
così la direttrice Paola Farinetti ha sintetizzato la rotta, richiamando l’idea di libertà come partecipazione.
Proprio #partecipazione è la parola-guida di questa stagione, con 24 incontri in orario preserale.
Un calendario intenso, aperto da un prologo con il cardinale Gianfranco Ravasi, seguito dalla presentazione del primo romanzo di Oscar Farinetti, La regola del silenzio, introdotto in dialogo con Giulia Ichino, editor di Bompiani.
Due momenti che hanno dato il via a un percorso condiviso: quello di una comunità che sceglie di restare vigile, curiosa, attenta.
Laboratorio di resistenza permanente
Il Laboratorio di Resistenza permanente nasce per attualizzare i valori della Resistenza storica, adattandone il significato e l’eredità morale alle sfide contemporanee.
Nel corso dell’anno, il teatro della Fondazione ospita incontri, letture, spettacoli e dibattiti sui grandi temi del vivere civile.
Giornalisti, uomini e donne di cultura, scienza, economia e politica si alternano in un confronto aperto e intergenerazionale.
Questa rassegna è divenuta, dopo anni di attività, una vera comunità del pensiero, che si ritrova ogni settimana per indagare la contemporaneità, riflettere sui valori da proteggere e rinnovare l’impegno civile attraverso linguaggi accessibili a tutti.