
Dal 13 Maggio 2025
al 18 Maggio 2025
Era Gallizio
La mostra esplora il legame profondo tra l'arte di Pinot Gallizio e la scoperta della preistoria, attraverso opere, reperti e materiali d'archivio inediti
Scoprire la genesi di un pensiero artistico legato alla terra significa immergersi nel mondo di Pinot Gallizio, un universo in cui arte e archeologia si fondono in una ricerca primordiale.
La mostra si propone come un viaggio sensoriale ed emozionale, capace di intrecciare reperti, opere e memorie in una narrazione suggestiva.
Un’opportunità unica per cogliere il legame profondo tra il gesto creativo e le tracce ancestrali dell’umanità.
Pinot Gallizio e la scoperta della preistoria: reperti, opere, collezionismo
L’ esposizione riunisce per la prima volta opere straordinarie come L’Anticamera della morte, Il lichene spregiudicato – oggi patrimonio della Città di Alba grazie a una raccolta fondi cittadina – e L’ansa dei pesci dolci, esposta accanto alla proiezione del documentario RAI del 1963 “L’uomo di Alba“.
Tra i pezzi più suggestivi spiccano anche il Diario emozionale, raro esempio di dipinto in forma di libro, e la grande testa in arenaria del 1957, esposta per la prima volta al pubblico.
Percorso espositivo
Curato da Maria Teresa Roberto e realizzato in collaborazione con l’Archivio Gallizio di Torino, il Centro Studi Beppe Fenoglio e con il supporto della GAM di Torino nell’ambito del progetto Esterno GAM, si distingue per l’approccio innovativo alla figura di Gallizio.
All’interno del museo sono esposti anche testi d’epoca, fotografie e manoscritti inediti, tra cui il registro delle prime indagini archeologiche dell’artista, testimoniando l’importante ruolo avuto da Gallizio nel risvegliare l’interesse per la stazione neolitica di Alba.
La mostra si arricchisce di interventi grafici concepiti come parte integrante dell’allestimento, accompagnando il visitatore in un racconto visivo dove arte, scienza e territorio si fondono in un’unica, affascinante narrazione.
Non manca un omaggio anche al danese Asger Jorn, compagno di riflessioni e ricerche per Gallizio, attraverso l’esposizione dell’opera Teste, realizzata nel 1956 durante il Congresso dell’Internazionale Situazionista al Laboratorio sperimentale di Alba.
L’artista
Pinot Gallizio (1902–1964) fu un instancabile sperimentatore che seppe coniugare scienza e creatività come pochi altri nel panorama italiano ed europeo.
Chimico di formazione, artista visionario e fondatore della pittura industriale, Gallizio coltivò da sempre una profonda passione per la preistoria, intuendo nel tempo arcaico un’origine autentica della forza creativa.
A partire dalla metà degli anni Quaranta, intraprese personali campagne di ricerca archeologica nei dintorni di Alba, raccogliendo reperti che successivamente donò al Museo civico Federico Eusebio.
L’incontro con Asger Jorn negli anni Cinquanta aprì nuovi orizzonti alla sua riflessione: la preistoria non era più solo oggetto di studio, ma divenne fonte ispirativa primaria per l’arte contemporanea.
Figura centrale dell’Internazionale Situazionista, Gallizio seppe trasformare il legame con la sua terra in una matrice fertile per la nascita di una forma di arte totale, in cui il gesto creativo è anche gesto archeologico, memoria collettiva e utopia possibile.