Dal 16 Dicembre 2025
al 21 Dicembre 2025
Elisabetta Di Maggio: Frangibile

Una mostra dedicata al gesto dell’intaglio come forma di conoscenza, contemplazione e vertigine sensoriale

L’esposizione al primo piano della GAM ripercorre la carriera di Elisabetta Di Maggio, tra lavori storici e nuove produzioni realizzate appositamente per gli spazi del museo.

Il carattere centrale della sua pratica è l’intaglio, gesto ambivalente che intreccia cura meticolosa e violenza irrevocabile, scavando materiali fragili come carta velina, porcellana e cera.

Le opere mettono in discussione i confini tra astrazione e figurazione, tra naturale e artificiale, creando strutture in bilico tra mappa e organismo, superficie e trama segreta.

L’esperienza visiva si arricchisce di elementi sensoriali: odori, suoni, giochi di luce e livelli di contemplazione.

L’ingresso alla mostra è segnato da Annunciazione (2025), due delicatissime ali di libellula in rame ossidato; la chiusura è affidata a Desiderale (2006), cielo stellato ottenuto intagliando la pellicola video.

Il percorso, suddiviso in sei stanze tematiche, affronta i nuclei concettuali delle mappature, delle trame cosmiche e vegetali, della memoria e della sacralità della natura, sottolineando il moto di stupore che guida l’artista nel confronto con la varietà delle forme organiche e artificiali.

L’artista

Elisabetta Di Maggio è un’artista italiana nata a Milano nel 1964, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Fondazione Antonio Ratti di Como.

La sua cifra distintiva è l’intaglio, gesto preciso e irrevocabile che agisce sui materiali come carta velina, porcellana, cera o sapone, sospendendoli tra delicatezza e lacerazione definitiva.

Attraverso trame traforate, ricami di luce, superfici incise, Di Maggio esplora la soglia tra organico e artificiale, tra microcosmo e architettura, tra astrazione e memoria materiale.

Le sue opere assumono forme di mappature urbane, tessuti vegetali, trame cosmiche: strutture fragili, costruite con ore di cura e un solo gesto di rottura, che rivelano insieme la precisione razionale e lo stupore sensibile.

L’artista invita a una visione rallentata, quasi contemplativa: ogni superficie si fa territorio, ogni taglio diventa traccia, ogni forma in bilico tra dissoluzione e resistenza.