Dal 18 Aprile 2026
al 18 Aprile 2026
Che poi domani piove (ancora)

Una rapina familiare che esplode nel caos tra tradimenti, humour e tensione, per riflettere sui legami umani attraverso il ritmo frenetico del genere heist

Regia

Paolo Trotti

Con

Stefano Annoni, Gabriele Genovese, Simona Migliori

Produzione

Teatro Linguaggicreativi

Organizzazione

Patrizia Velardi, Mario Nuzzo – Reteteatri – Teatro Nelle Valli Bormida

In collaborazione con

Fondazione Piemonte dal Vivo – Progetto Corto Circuito

Due fratelli si ritrovano dopo anni per fare una rapina, spinti dal bisogno di soldi per liberare il padre in prigione.

Una piccola banca dell’hinterland diventa l’obiettivo del colpo, apparentemente facile e a basso rischio.

La rapina riesce, ma proprio allora l’ingranaggio perfetto comincia a scricchiolare.

Suona il campanello e nasce il caos: qualcuno ha ordinato la pizza nel momento meno opportuno.

Il caos

Le alleanze nascono e muoiono nel giro di poche ore.

Vecchi rancori familiari riemergono, mostrando che tutti tradiscono tutti.

Non ci sono innocenti e fuori c’è qualcuno che continua ad aspettare.

“Dai mettiamo le maschere e andiamo, che poi domani piove.”

Oltre il genere

Lo spettacolo, dal ritmo accelerato, gioca con lo stereotipo del film di rapina per indagare il senso di colpa e il tradimento dentro ogni nucleo familiare e umano.

Si alternano estremi comici e drammatici tipici del genere.

Stagione 2025/2026: che spettacolo!

La stagione propone un itinerario teatrale diffuso, pensato per valorizzare le comunità delle Valli Bormida e trasformare spazi periferici in luoghi di relazione e partecipazione.

Il cartellone intreccia prosa, musica, danza e nuove drammaturgie, alternando spettacoli narrativi, momenti di comicità, performance fisiche e proposte per famiglie, con una particolare attenzione ai linguaggi contemporanei e alla capacità del teatro di leggere il presente.

Ne emerge un mosaico vario e coerente, dove ogni appuntamento diventa occasione per incontrarsi, condividere uno sguardo e riscoprire il territorio come un unico grande palcoscenico.