Dal 17 Ottobre 2024
al 22 Ottobre 2024
Catarsi

La mostra esplora temi profondi attraverso l'uso della penna Bic e l'acrilico, con opere ispirate all'inconscio e al viaggio interiore

Lo spazio espositivo BAart di Agliano Terme, situato nell’ex confraternita di San Michele in piazza San Giacomo, si prepara ad accogliere una nuova mostra con l’arrivo dell’autunno.

Dal 6 ottobre al 15 novembre 2024, le opere dell’artista cuneese Moira Franco saranno protagoniste con l’esposizione intitolata Catarsi.

Questo evento segna il passaggio dalla precedente esposizione delle “pittosculture” di Francesco Blaganò a un nuovo capitolo artistico, in cui la penna Bic si fonde con l’acrilico per dar vita a opere di grande impatto visivo e concettuale.

Moira Franco, che vive e lavora in una borgata della Valle Po, nelle Alpi Cozie, è nota per l’uso originale della penna Bic nelle sue creazioni.

Per l’artista, questo strumento rappresenta una sorta di metafora dell’esistenza:

Permette di avere un tratto molto delicato, preciso e leggero oppure incisivo e tagliente. Inoltre non si può cancellare, come ogni cosa detta o fatta nella vita

spiega l’artista.

La sua ricerca si concentra sulla figura umana e sui simbolismi legati al visibile e all’invisibile, in un gioco di contrasti che porta alla luce ciò che si cela nelle profondità dell’essere umano.

Catarsi presenterà una selezione di opere tratte dalle serie Iceberg e Trip – Ordo Amoris.

La prima si distingue per tele di grandi dimensioni, dove il simbolo dell’iceberg diventa una potente metafora.

In queste opere, solo il volto emerge in superficie, mentre il resto della figura rimane immerso in una profondità simbolica.

L’acqua, elemento centrale in questa serie, rappresenta l’inconscio, il luogo dove si depositano ricordi ed emozioni ancestrali.

Come sottolinea Moira Franco:

Le immagini dell’acqua conducono in profondità, verso ciò che è dimenticato e al riconoscimento di ciò che è invisibile all’occhio cerebrale

Questa simbologia si riflette nelle tele attraverso immagini evocative di uova contenenti gigli, scatole trasparenti con animali intrappolati, iceberg di ghiaccio perduti e costellazioni, tutte metafore di ciò che è sommerso e in attesa di emergere.

La seconda serie, Trip – Ordo Amoris, si sviluppa su agende custodite in teche di vetro.

Ogni agenda rappresenta una pagina simbolica della vita dei personaggi raffigurati, uno scorcio di eventi speciali o tragici che segnano il percorso dell’anima.

L’artista descrive questo viaggio metafisico come un tentativo di comprendere le radici dell’esistenza e come queste esperienze personali si formino in un sistema di valori, quello che il filosofo Max Scheler definiva Ordo Amoris.

Ogni pagina diventa così una tappa di un viaggio interiore, dove l’ombra rappresenta lo scheletro invisibile che sorregge l’individuo.