

Il Castello di Monastero Bormida diventa spazio espositivo per una retrospettiva dedicata a Camillo Francia, pittore casalese che ha trasformato la natura in un linguaggio pittorico astratto.
Nei due saloni del sottotetto sono raccolte circa ottanta opere, ordinate secondo un percorso che segue le diverse fasi della sua carriera.
Ogni sezione rivela un cambiamento di tecnica e di supporto, mostrando l’evoluzione di una ricerca coerente e continua.
La visita permette anche di scoprire la storia del castello, fondato dai benedettini nell’XI secolo e trasformato nei secoli da monastero a fortezza e infine a residenza nobiliare.
Pavimenti a mosaico, soffitti a crociera e porticati testimoniano le stratificazioni architettoniche, mentre la torre di ventisette metri domina il borgo con archetti e fregi in stile lombardo.
All’interno si trova la gipsoteca permanente di Edoardo Rubino, che lega l’edificio alla scultura del Novecento e ne arricchisce il patrimonio culturale.
In contemporanea, nelle sale del piano terra, verranno aperte le porte ad un’interessante esposizione a quattro mani dei pittori Ermes Cantù e e Henrik Peter Hofsaess intitolata “Riflessi dell’anima”.
Camillo Francia, nato a Casale Monferrato nel 1955, scopre presto la passione per il disegno e apre il suo primo studio a soli quindici anni.
Negli anni Settanta si trasferisce a Milano, dove lavora nel restauro di dipinti antichi e moderni, esperienza che segna in profondità la sua sensibilità per la materia pittorica.
Dal 1979 la sua ricerca si apre a un linguaggio sempre più orientato all’astrazione, in cui colore e segno diventano strumenti di evocazione e memoria.
Ha esposto in Italia e all’estero, dal Salon d’Automne di Parigi a Innsbruck e Chamalières, ed è stato riconosciuto dalla critica per la capacità di unire energia gestuale e nostalgia della forma.
Oggi vive e lavora nel Monferrato, dove la natura circostante alimenta la sua ispirazione.