From 05 December 2025
to 07 December 2025
Romeo e Giulietta

Un mosaico di emozioni e colori sonori prende vita nella tragedia di Shakespeare: la danza incontra la potenza visiva e musicale di Prokof’ev

Direttore d’orchestra

Václav Zahradník

Direttore artistico

Filip Barankiewicz

Coreografia e messa in scena

Jane Bourne

Scene e costumi

Jürgen Rose

Luci

Jürgen Rose, Valentin Däumler

Compagnia

Solisti e corpo di ballo del Balletto del Teatro Nazionale di Praga

Orchestra

Orchestra Teatro Regio Torino

Allestimento

Balletto del Teatro Nazionale di Praga

Balletto in tre atti

Musica

Sergej Prokof’ev

Libretto

Sergej Prokof’ev e Sergej Radlov
(tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare)

Coreografia

John Cranko

Prima rappresentazione assoluta

Brno, Teatro Nazionale, 30/12/1938

Nuovamente ospite a Torino dopo La bella addormentata andata in scena nel 2023, il Balletto del Teatro Nazionale di Praga porta sul palco Romeo e Giulietta di Prokof’ev.

Alla compagnia ceca, composta da danzatori di diciotto nazionalità diverse, è richiesto di dare corpo a un’ampia varietà di sentimenti, dall’aggressività alla tenerezza, seguendo i ritmi della ricchissima partitura coreografata da Leonid Lavrovskij.

La struttura musicale del balletto accosta in pannelli policromi, dai colori accesi come un’iconostasi ortodossa, scene e personaggi della tragedia di Shakespeare.

La nascita del capolavoro

Il balletto sarebbe dovuto andare in scena per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca, ma contrasti con il teatro sovietico fecero sì che il debutto avvenisse a Brno, nel 1938.

Inizialmente si pensò a un lieto fine, con la scusa dell’impossibilità di mettere in danza il momento della morte, ma il compositore scelse di affrontarlo apertamente, ottenendo un risultato mirabile.

La scrittura musicale, ricca di qualità visive, spinse nello stesso anno il regista Ėjzenštejn a collaborare con lui.

In questo lavoro Prokof’ev raggiunse una sintesi tra la sua tendenza barbarica e disgregatrice e quella che aspirava a una classicità perduta.

Il successo fu tale che ne trasse tre suite sinfoniche, tra cui la celebre Danza dei cavalieri.