From 10 May 2026
to 10 May 2026
Teatro Regio: i puritani

Bellini trasforma un intreccio amoroso e politico in un’estasi musicale dove melodie sospese e luce mediterranea danno forma all’incanto del sentimento

Direttore d’orchestra

Francesco Lanzillotta

Regia, scene e costumi

Pierre-Emmanuel Rousseau

Luci

Gilles Gentner

Maestro del coro

Ulisse Trabacchin

Opera seria in tre atti

Musica

Vincenzo Bellini

Libretto

Carlo Pepoli
(tratto dal dramma storico Têtes rondes et Cavaliers di Jacques-François Ancelot e Joseph-Xavier Boniface “Saintine”)

Prima rappresentazione assoluta

Parigi, Théâtre Italien, 24/01/1835

La vicenda de I puritani è piuttosto semplice: un triangolo amoroso, un contrasto di politica, la minaccia di una tragedia appena sfiorata.

Ma è la musica di Bellini a fare la differenza: ogni azione, ogni conflitto, ogni male si trasforma in melodie lunghe e celestiali, dal profilo sinuoso, capaci di sospendere il tempo e ipnotizzare dal 1835 fino a oggi.

Luce mediterranea e raffinatezza strumentale

Non importa che la storia sia ambientata in Inghilterra: l’orchestra conserva una luce mediterranea, segno delle origini catanesi del compositore.

Quella stessa luce affascinò Chopin e Wagner, e stava aprendo a Bellini le porte della celebrità europea, prima che la morte lo cogliesse a soli trentatré anni.

Tra le sue opere, I puritani è forse la più raffinata nella strumentazione e la più varia nei caratteri.

«Il gaio, il tristo, il robusto dei pezzi, tutto è stato marcato dagli applausi», scrisse Bellini all’amico Francesco Florimo dopo la prima parigina.

Una nuova produzione al Regio

L’ultima opera di Bellini torna al Regio sotto la direzione di un maestro già apprezzato a Torino per Norma e La rondine.

In scena un cast di fuoriclasse, con voci di grande forza e sensibilità interpretativa.

La regia è affidata a un artista che ha già firmato allestimenti di successo al Regio, e che qui propone una lettura tra classicismo e neoromanticismo.