

Yves Abel
Robert Carsen
Michael Levine
Falk Bauer
Philippe Giraudeau
Ulisse Trabacchin
Francis Poulenc
Francis Poulenc
(tratto dal dramma di Georges Bernanos, adattamento autorizzato da Emmet Lavery, basato su un racconto di Gertrud von Le Fort e una sceneggiatura di Padre Bruckberger e Philippe Agostini)
Milano, Teatro alla Scala, 26/01/1957
Dialoghi delle Carmelitane è uno dei massimi capolavori del teatro musicale del Novecento.
Andato in scena nel 1957, riscosse inizialmente un certo successo, ma per decenni venne ridimensionato dalla critica a causa del suo contenuto ritenuto reazionario.
Da un lato la musica aderisce al tradizionale sistema tonale, pur arricchito da alterazioni armoniche e giochi di prestigio; dall’altro il libretto, tratto da una sceneggiatura di Georges Bernanos, racconta una vicenda vera dell’epoca del Terrore.
Nel 1794 sedici monache vennero ghigliottinate a Compiègne per «aver tenuto raduni contro-rivoluzionari», diceva l’editto che le condannava: in realtà furono vittime del puro fanatismo.
Ciascuna religiosa riflette a modo suo sulla vita e sulla morte: i loro dialoghi diventano un autentico conte philosophique.
Tra loro c’è chi, al momento supremo, vacilla e dubita, e chi, inizialmente debole e inadeguata alla vita, trova infine la forza di affrontare il supplizio con coraggio.
Il libretto, rapido e vario nelle scene, è messo in musica da Poulenc con una capacità di emozionare che ha pochi eguali.
La severità dell’ordine religioso trova un corrispettivo nella regia di Robert Carsen, ormai divenuta mitica, che arriva dritta al cuore del dramma con una scena spoglia e intensa.
A guidare l’orchestra è chiamato il maestro franco-canadese Yves Abel, mentre nel cast spicca una protagonista già applaudita al Regio in precedenti produzioni.