

Carlo Picchiotti
Stefano Ambrogi
Ermenegildo Marciante
Siddhartha Prestinari
Uao Spettacoli
Un carcere di massima sicurezza, due uomini.
Due mondi lontani costretti a condividere lo stesso spazio: un giovane alla sua prima detenzione e un anziano detenuto, segnato da anni di reclusione.
Le cose che t’ho imparato è un testo che scava nelle pieghe dell’animo umano, alternando toni noir a momenti di sottile ironia, tra conflitto e introspezione.
La regia di Siddhartha Prestinari costruisce una dimensione sospesa tra realismo e simbolismo, in cui i dialoghi si fanno strumenti di scontro ma anche di scoperta reciproca.
Il confronto tra i due protagonisti si trasforma in un viaggio emotivo che interroga le fragilità, le paure e la possibilità di cambiare.
La forza interpretativa di Stefano Ambrogi e la freschezza di Ermenegildo Marciante danno corpo a personaggi vivi e credibili, in un equilibrio costante tra tensione drammatica e leggerezza narrativa.
L’impianto scenico, essenziale ma evocativo, ricrea un’atmosfera claustrofobica ma carica di umanità.
Costumi, luci e suono dialogano con il testo in modo coerente e raffinato, arricchendo la narrazione senza sovraccaricarla.
Un’opera che racconta l’incontro tra generazioni, la durezza della reclusione e la sorprendente capacità dell’uomo di imparare, anche nei luoghi più oscuri.
Nato nel 1913 come sala cinematografica, ha attraversato ristrutturazioni e trasformazioni fino a diventare uno dei teatri più amati della città.
Dalla sua architettura elegante, ridisegnata negli anni ’60, emerge un luogo che custodisce memoria e al tempo stesso guarda al futuro.
Con una capienza di circa 500 posti, è oggi una cornice ideale per la prosa, la danza, i musical e la commedia, ospitando un cartellone variegato e sempre vivo.
Una struttura accessibile, priva di barriere, dotata di montacarichi e spazi pensati per accogliere ogni spettatore.
Guidato da una direzione artistica attenta e coraggiosa, continua a proporre spettacoli che uniscono tradizione e innovazione, confermandosi un vero gioiello della scena culturale torinese.
Una stagione che spalanca porte verso l’ignoto: i confini della realtà è il filo che unisce storie, visioni e metamorfosi.
Da ottobre a maggio, la sala si anima con titoli capaci di oscillare tra prosa intensa e commedia delicata, tra suggestioni visive e riflessioni intime.
Appuntamenti che promettono mondi diversi e sorprese continue.
Una rassegna che non teme le sperimentazioni, che osa mescolare il quotidiano e il fantastico.
Con questo cartellone, il Gioiello conferma il suo ruolo di spazio culturale capace di accogliere e sorprendere: un teatro che non sta fermo, ma che cerca sempre il confine oltre cui emozionarsi.