

Patrizia Pellegrino, Blas Broca-Rey e Bruno Maccallini
Gianni Clementi
Fabrizio di Fiore Entertainment & FdF GAT
Buoni da Morire racconta la vigilia di Natale di una coppia borghese in crisi: lui cardiochirurgo, lei madre ansiosa.
Per dare nuovo senso alla propria routine, decidono di unirsi ai volontari che distribuiscono generi di conforto ai senzatetto.
Quella notte, semplice e intensa, sembra riaccendere qualcosa tra loro: solidarietà, intimità, un’insospettabile voglia di tenerezza.
Ma il mattino dopo, il campanello di casa stravolge ogni equilibrio: sulla porta c’è Ivano, ex compagno di scuola, ubriaco e trasandato, giunto per caso.
È la realtà – sporca, scomoda e concreta – a bussare davvero, stavolta.
E la riflessione sulla bontà d’animo lascia spazio a una scelta urgente, scomoda, inevitabile.
Che fare?
Accogliere o chiudere la porta?
Nato nel 1913 come sala cinematografica, ha attraversato ristrutturazioni e trasformazioni fino a diventare uno dei teatri più amati della città.
Dalla sua architettura elegante, ridisegnata negli anni ’60, emerge un luogo che custodisce memoria e al tempo stesso guarda al futuro.
Con una capienza di circa 500 posti, è oggi una cornice ideale per la prosa, la danza, i musical e la commedia, ospitando un cartellone variegato e sempre vivo.
Una struttura accessibile, priva di barriere, dotata di montacarichi e spazi pensati per accogliere ogni spettatore.
Guidato da una direzione artistica attenta e coraggiosa, continua a proporre spettacoli che uniscono tradizione e innovazione, confermandosi un vero gioiello della scena culturale torinese.
Una stagione che spalanca porte verso l’ignoto: i confini della realtà è il filo che unisce storie, visioni e metamorfosi.
Da ottobre a maggio, la sala si anima con titoli capaci di oscillare tra prosa intensa e commedia delicata, tra suggestioni visive e riflessioni intime.
Appuntamenti che promettono mondi diversi e sorprese continue.
Una rassegna che non teme le sperimentazioni, che osa mescolare il quotidiano e il fantastico.
Con questo cartellone, il Gioiello conferma il suo ruolo di spazio culturale capace di accogliere e sorprendere: un teatro che non sta fermo, ma che cerca sempre il confine oltre cui emozionarsi.