
From 13 July 2025
to 13 July 2025
Monferrato degli Infernot: Ecomuseo della Pietra da Cantoni
Un viaggio sotterraneo tra silenzi di pietra, saperi contadini e paesaggi scolpiti nella memoria del Monferrato
Nel cuore di Cella Monte, all’interno dello storico Palazzo Volta, si trova uno degli Infernot pubblici più rappresentativi del Monferrato: quello custodito dall’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.
L’Ecomuseo è interamente dedicato alla valorizzazione del paesaggio e della cultura materiale legati alla Pietra da Cantoni, la roccia che ha plasmato nei secoli la forma architettonica e l’identità rurale di queste colline.
In questo contesto, l’Infernot diventa non solo un luogo di conservazione del vino, ma anche un simbolo profondo della relazione tra uomo, pietra e paesaggio.
Un ambiente scavato nella memoria
Scavato a mano nella roccia e perfettamente integrato nell’edificio, l’Infernot offre al visitatore un’esperienza immersiva e suggestiva.
Mette in dialogo l’antico sapere artigianale con la narrazione museale, fondendo architettura spontanea e consapevolezza storica.
Le sue pareti grezze, le nicchie scolpite e l’atmosfera ovattata restituiscono il silenzio e l’ingegno di chi lo ha realizzato, tramandando un sapere che è insieme architettura spontanea e memoria collettiva.
La visita a questo Infernot consente di comprendere appieno il valore culturale riconosciuto dall’UNESCO ai paesaggi vitivinicoli del Monferrato.
L’Ecomuseo non si limita a mostrare un ambiente conservato, ma propone una riflessione viva sulla pietra come materia di identità, lavoro e continuità storica.
Gli Infernot: gioielli sotterranei del Monferrato
Nel cuore delle colline del Monferrato, gli Infernot rappresentano un unicum architettonico e culturale che ha valso al territorio il riconoscimento UNESCO nel 2014, nell’ambito del sito Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe‑Roero e Monferrato.
Gli Infernot sono cantine sotterranee di piccole dimensioni, scavate interamente a mano nella caratteristica Pietra da Cantoni, una roccia sedimentaria tenera, facile da modellare ma resistente nel tempo.
Grazie alla loro struttura chiusa, priva di luce, rumori e ventilazione, questi ambienti garantivano condizioni perfette per la conservazione del vino, mantenendo temperature e umidità costanti durante tutto l’anno.
Un patrimonio modellato da mani contadine
Non si tratta solo di spazi funzionali, ma di vere opere d’arte contadina.
Furono realizzati per lo più tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento da famiglie del luogo, che con strumenti semplici e competenze tramandate scolpirono forme differenti, dettate dal gusto e dalle necessità di ciascuno.
Ogni Infernot è diverso: a pianta circolare, quadrata o a corridoio, con camere uniche o multiple, gradoni, nicchie o ripiani per le bottiglie.
Alcuni conservano ancora un tavolo centrale scolpito nella stessa roccia, simbolo dell’uso conviviale di questi luoghi.
Oggi, gli Infernot sono una testimonianza tangibile della relazione profonda tra uomo e territorio, un patrimonio fatto di pietra, sudore e vino che racconta una storia di vita semplice, ingegno e cura quotidiana.
La rassegna
Monferrato degli Infernot nasce con l’intento di valorizzare questo patrimonio attraverso un ciclo di appuntamenti diffusi nei Comuni che ospitano Infernot pubblici, situati principalmente all’interno di edifici comunali.
La rassegna si svolgerà dal 7 dicembre 2024 al 10 gennaio 2026 offrendo quindi un ampio arco temporale di visita.
Ogni evento sarà un’occasione per entrare in questi spazi intimi e silenziosi, ascoltare le storie di chi li ha costruiti, comprenderne la funzione originaria e l’importanza che ancora oggi rivestono nel paesaggio e nell’identità locale.
Un’esperienza immersiva tra pietra e vino
Attraverso le visite guidate, il racconto della pietra e del vino si intreccerà a quello delle comunità, restituendo al visitatore un’immagine viva e stratificata del Monferrato.
La rassegna non vuole solo celebrare un’eredità storica, ma invitare a riflettere sul valore della lentezza, dell’artigianato, della memoria condivisa, e sul modo in cui questi elementi possono ancora parlare al presente.