

Nelle opere esposte a Canelli, Enrica Maravalle rivela una personalità artistica intensa, guidata da un pensiero meditativo e da una continua tensione verso la forma, il colore e la trasformazione del visibile.
Le sue tele accolgono figure e astrazioni, rivelando una tensione tra rigore geometrico e spontaneità espressiva.
L’uso del colore è centrale: le tinte, ora vivide e decise, ora sfumate e simboliche, trasmettono emozioni profonde, alternate a una ricerca formale che richiama il cubismo e la metafisica.
La mostra propone un viaggio attraverso le molteplici direzioni percorse dall’artista: dal figurativo al paesaggio, fino a opere dal tono fantastico o completamente astratto.
I soggetti, pur variando, sono sempre legati da un filo poetico: l’indagine sull’interiorità, la musicalità visiva, la costruzione di una realtà altra, non scontata.
Ogni quadro diventa una sorta di affioramento dell’invisibile, una traduzione pittorica di ciò che normalmente sfugge allo sguardo.
Non c’è ripetitività ma continua metamorfosi, come se ogni lavoro fosse il risultato di un lungo processo di decantazione interiore.
L’incanto del colore è dunque anche un incanto dello spirito, che si rivela e si modula nel tempo della visione, all’interno di una dimensione sospesa tra sensibile e immaginazione.