

Dedalus ritorna a Bra dopo oltre vent’anni, con una nuova edizione che raccoglie opere di alcuni tra i più importanti designers italiani e internazionali.
Il filo conduttore è la figura di Dedalo, inventore e scultore che incarna l’origine stessa del progettare.
È lui il primo “designer” della nostra civiltà, simbolo di chi sa costruire, immaginare e guidare, e che nella mitologia fugge dalla sua opera per approdare in Italia, lasciando nuove tracce e invenzioni.
La mostra mette in dialogo artigianato, industria e arte, trasformandosi in un percorso che riflette sulla complessità del vivere contemporaneo.
Dedalus diventa il filo d’Arianna che permette di orientarsi in un labirinto di approcci progettuali, dal pensiero filosofico di Michelangelo Pistoletto, Ettore Sottsass, Gaetano Pesce e Alessandro Mendini fino alla nuova scena di autori che da nord a sud approdano a Bra.
I protagonisti di questa edizione spaziano dalla poetica industriale di Gio Tirotto alla ricerca sostenibile di Monoferments, dalla trasparenza di Matteo Pellegrino alla manualità di Andrea Zambelli.
Tra le firme presenti compaiono anche Matteo Cibic, Mandalaki, Tobia Zambotti, Thanos Zakopolus, Elisa Seitzinger, Alessio Scalabrini, Antonio Aricò, Federico Peri, Emanuele Magini, Studio Lievito, Anotherview, insieme a progetti speciali di Studio Nucleo, Iammi Studio, Sara Ricciardi e Undesign.
La rassegna raccoglie l’eredità di Dedalus degli anni Novanta, una delle prime manifestazioni italiane dedicate al design.
Oggi l’iniziativa torna a farsi strumento di riflessione sul rapporto tra persone e oggetti, sulla progettazione diffusa e sull’educazione al bello, coinvolgendo il territorio e rilanciando la cultura del progetto come occasione di crescita condivisa.