From 06 March 2026
to 06 March 2026
A sbagliare le storie (ovvero quando le favole erano al telefono)

Una danza giocosa e poetica ispirata a Rodari che esplora fantasia, emozioni e domande profonde attraverso lo sguardo di due bambini

Regia e coreografie

Alberto Munarin

Con

Elena Governo e Alberto Munarin

Produzione

Ersiliadanza diretta da Laura Corradi

Voce fuori campo

Efrem Bressan

Giovanni Perdigiorno, sempre distratto, e Alice detta “Cascherina” perché casca sempre, sono due fratelli che giocano in una stanza piena di immaginazione.

Una sedia, un bastone, delle felpe, un cerchio e dei libri diventano spunti per inventare giochi che suscitano piccole preoccupazioni in un papà silenzioso nella stanza accanto.

Lo spettacolo è descrittivo ed evocativo, leggero e costruito con pochi oggetti scenografici, dove la danza si intreccia con interazioni video.

Il tema centrale è quello dell’alfabetizzazione emotiva, osservata attraverso la poetica di Rodari.

Rodari e la fantasia

Ci si chiede cosa possa evocare una “bambina-che-casca-sempre” come Alice Cascherina e quali accostamenti tra colori ed emozioni possano nascere dal racconto “A sbagliare le storie”.

La danza diventa un modo per evocare il piacere della lettura, un tempo sospeso per fermarsi e immaginare.

Per Alberto Munarin, Rodari è stato un rivoluzionario nell’uso della fantasia e della lingua, un giocoliere capace di combinare parole e immagini con semplicità disarmante.

Con la stessa giocoleria lo spettacolo mescola ingredienti come immaginazione, noia, litigi e grandi interrogativi esistenziali, tra cui il più importante: cosa vuol dire amare?

La nuova stagione: Oltre i confini

La stagione “Oltre i confini” al Teatro Balbo si presenta come un viaggio tra danza contemporanea, prosa, musica-teatro e performance: un cartellone fatto di attraversamenti e sperimentazioni.

C’è spazio per il corpo in movimento: spettacoli di danza che mettono in scena corpi e gesti come linguaggio scenico, capaci di raccontare storie e emozioni senza parole.

Ma anche per la parola: prosa e teatro di narrazione che cercano intimità, verità, e rapporti diretti con lo spettatore.

Il mix delle arti — danza, musica, teatro — è pensato come un campo aperto: un teatro che vuole essere “oltre”, non ingabbiato, che invita lo spettatore a guardare, ascoltare, sentire.

Questa stagione non è un semplice calendario di spettacoli: è un percorso pensato per attraversare spazi, linguaggi, sensibilità. Una proposta che unisce la comunità, l’arte, la curiosità, senza separazioni nette tra genere e stile.